venerdì 11 ottobre 2013

Sex in the Comics



Vi è mai capitato di sentir parlare delle “Bibbie di Tijuana”? Tranquillizzatevi, state navigando su “Alpha Blue”, il vostro blog preferito che tratta con dovizia di informazioni della “Golden Age of Porn”, e non siete stati reindirizzati verso l'URL di una qualche setta religiosa. Dunque, le “Bibbie di Tijuana” (in inglese “Tijuana Bibles”) erano delle parodie pornografiche di celebri personaggi del mondo dei fumetti stampate negli Stati Uniti negli anni quaranta. Composte di solo otto pagine, venivano vendute "sotto banco" nelle scuole, nei garage, nei negozi di sigari o dal barbiere (se ne volete sapere di più potete sempre dare una occhiata a questo sito).


“Sex in the Comics” è, essenzialmente, la trasposizione cinematografica di queste parodie. Nel realizzarlo, il misterioso regista Eric Von Letch ebbe cura di inserire elementi tridimensionali (un letto, una scrivania ecc.) in un contesto scenografico bidimensionale (finestre e alberi dipinti a mano) che ricordasse visivamente le vignette delle “Bibbie di Tijuana”. Gli stessi protagonisti, ad onor del vero solo quelli maschili, indossano sul set strane maschere in gomma con enormi occhi finti e nasi a forma di pene che, nelle intenzioni degli autori, avrebbero dovuto farli assomigliare ai personaggi di quei fumetti. E se ciò non bastasse a rendere il film un'opera decisamente surreale, gli sceneggiatori pensarono anche di intervellare le scene di sesso con dei brevi filmati tratti da vecchi cinegiornali di guerra.


La trama del fim è presto detta. L'affettata giornalista Della Fields si reca nello studio del fumettista Drake Johnson per intervistarlo a proposito di una delle sue più riuscite creazioni, “Pinky the Cat”. Ma l'artista decide di raccontare alla donna un'altra storia, quella dei suoi esordi nel campo del fumetto e di come fu costretto, per sopravvivere, a lavorare appunto alla realizzazione delle “Bibbie di Tijuana”. Così, mentre i due discorrono di politica e di cultura popolare, sullo schermo si alternano piccanti storielle di sesso come era in uso narrare graficamente in quei rozzi ma popolari fumetti, con tanto di dialoghi al limite dell'indecenza e della scurrilità. Ogni episodio, che dura solo una manciata di minuti, utilizza in certi momenti la tecnica del fermo immagine (come a farlo meglio assomigliare a una vignetta dei fumetti) e si conclude con un tocco umoristico.
La maggior parte di queste scenette sono parodie di popolari personaggi comici i cui nomi sono stati leggermente storpiati: il bifolco "Barney Guggle" (“Barney Google”, meglio noto in Italia con il nome di “Bernabò Goggoloni”, creato nel 1919 da Billy de Beck) visita la grande città e si sbatte una falsa contessa; "Dogwood" (“Dagwood Bumstead”, meglio noto in Italia con il nome di “Dagoberto”, nato negli anni trenta dalla penna di Chic Young) viene sedotto da una venditrice porta a porta di contraccettivi; "Betty Boob" (“Betty Boop”, peraltro non così sexy come il personaggio creato dalla fantasia prolifica e irriverente dei fratelli Fleischer) si getta tra le braccia di un muscoloso bagnino sulla spiaggia; il detective "Richard Lacy" (“Dick Tracy”, come si evince chiaramente dalla battuta “Call me Dick”) indaga su una moglie infedele e sulla sua amante e poi scopa con una criminale seduttrice; e tanto altro ancora. Per tutto il tempo della narrazione, si ritorna se pur per pochi istanti nello studio di Johnson dove la nostra giornalista, sempre più eccitata, inizia lentamente a togliersi i vestiti di dosso.


A dispetto dell'originalità della pellicola, nessuno dei membri del cast ebbe il coraggio di apparire nei titoli di testa con i propri nomi. Così il regista si firma con lo pseudonimo di “Eric Von Letch”, i due sceneggiatori con quelli di “Paul Pervertt” e “Miles Muff” e il direttore della fotografia con quello di “Boris Kutchacockoff”.
Infine, va menzionato che accanto a interpreti meno note come Bella Bush e Reggie Balls troviamo anche stelle del cinema porno quali Nina Fause (“Marilyn and the Senator” e “Tender Flesh”), Orita de Chadwick (“Memoirs of a Madam”) e Cyndee Summers.
Forse non si tratterà del più seducente film porno che abbiate mai visto (scarsi i dettagli quasi ad apparentarlo a un soft-core) ma, a mio avviso, vale lo stesso la pena di dargli una occhiata per rendersi conto della fervida creatività degli anni settanta.

SCHEDA TECNICA

Sex in the Comics
(USA, 1972, 87 min.)
Regia di Eric Von Letch
Sceneggiatura di Paul Pervertt e Miles Muff
Cast: Ric Lutze (Dogwood e vari ruoli) (con il nome di Lance Hardon), Tricia Opal (Dixie Dig e vari ruoli) (con il nome di Bella Bush), Rick Cassidy (il francese e vari ruoli) (con il nome di Reggie Balls), Nina Fause (Blondie e vari ruoli) (con il nome di Mona Bimbo), Keith Erickson (Detective Richard Tracy e vari ruoli) (con il nome di Fenway Piles), Cyndee Summers (Etta Kett e vari ruoli) (con il nome di Clara Clitt)
Prodotto da Huntington Shtup
Direttore della fotografia Boris Kutchacockoff