lunedì 8 dicembre 2014

Secrets of a Willing Wife

Uno dei temi più sfruttati dal cinema a luci rosse è stato da sempre quello dell'adulterio. “Secrets of a Willing Wife”, diretto nel 1979 da Norman Gurney (ma probabilmente si tratta di uno pseudonimo dietro il quale si celerebbe il più noto Joe Sarno), narra per l'appunto di una moglie che scopre che il proprio marito la tradisce con la sua migliore amica. Dopo un primo momento di smarrimento, la donna deciderà di riconquistare i favori del coniuge grazie all'aiuto di uno psicoterapeuta che riuscirà a coinvolgerla in una serie di esperienze con uomini e donne volte a renderla maggiormente disinibita. Il tutto nella cornice di una commedia dal ritmo veloce e a tratti divertente e surreale che non disdegna al tempo stesso di regalare allo spettatore eccellenti scene di sesso. Notevole la colonna sonora impreziosita da alcuni blues di pregevole fattura.


Ci troviamo all'interno di un grazioso appartamentino newyorkese. Si odono dei gemiti provenire dalla camera da letto. Una foto incorniciata che ritrae una coppia sorridente e felice fa bella mostra di sé su un comodino. L'uomo della foto si chiama Martin (interpretato da Eric Edwards) e in quel preciso istante, approfittando dell'assenza in casa della moglie Susan (Merle Michaels) sta facendo sesso con la di lei amica Jeannie (Rikki O'Neal). Nel frattempo, ignara di quel che sta accadendo tra le mura domestiche, Susan cammina per le strade del quartiere. L'incedere della donna è un po' goffo, e non solo a causa delle buste della spesa che porta con sé. Non si accorge di una buccia di banana abbandonata incautamente sul marciapiede e in un attimo si ritrova a terra. Forse pensa che la giornata le abbia già riservato il peggio. Rientrata a casa, appoggia le buste sul tavolo della cucina e, incuriosita dai rumori che sente provenire dall'altro capo della casa, si avvia verso la camera da letto dove scopre il marito a letto con Jeannie. Sconvolta, getta a terra la fede nuziale e scappa via.
Vediamo Susan aggirarsi per le vie della città. Con la mente ripensa a sé e a Martin mentre fanno l'amore teneramente fino a quando nel sogno irrompe prepotentemente la figura di Jeannie. Susan ha deciso, si rivolgerà a uno psicoterapeuta. Una volta entrata nel suo studio inizia a raccontargli quel che le è accaduto. Lo psicanalista non viene mostrato in volto ma solo di spalle, alla maniera del telefilm “Charlie's Angels”. L'uomo le consiglia di sbarazzarsi delle proprie inibizioni sessuali per riconquistare il marito. Susan si lascia andare e immagina di trovarsi all'interno di un harem vestita da odalisca. Sta eseguendo una danza del ventre per Martin. Una musica arabeggiante fa da sottofondo ai sensuali movimenti della donna. Poi Susan si avvicina al marito e gli prende in bocca il membro. È talmente brava che Martin ben presto viene. A questo punto un'altra donna, vestita anch'essa da odalisca, si avvicina alla coppia. Il marito si volge verso di lei e inizia a leccarle la clitoride. Susan si ritrae, urla, si sveglia. Lo psicoterapeuta si rende conto che ci sarà bisogno di un lungo periodo di “terapia” per rendere Susan una donna sessualmente realizzata. Le consiglia dunque di rivolgersi a Chi Chi (Patty Boyd).


Tornata a casa e dopo essersi fatta una doccia Susan telefona al numero che lo psicoterapeuta le ha passato. All'altro capo del filo risponde una donna, Chi Chi, che indossa un buffo cappello in paglia decorato di fiori finti. È seduta su un divano con le cosce spalancate. Un uomo chinato di fronte a lei (Bobby Milne) le sta leccando il sesso. Accanto a lei un cesto pieno di frutta di plastica, alle sue spalle un festone con su scritto “Merry Christmas”. Le due donne fissano un appuntamento prima di chiudere la comunicazione telefonica. Chi Chi ha fretta di tornare a dedicarsi a ciò da cui è stata interrotta. Si distende sul partner e inizia a stimolarlo oralmente. Alle loro spalle campeggia il poster di un film porno dell'anno precedente, “The Fur Trap”. Poi Chi Chi monta a cavalcioni dell'uomo fino a farlo venire.
Martin è seduto su una panchina all'interno di un parco pubblico. Appare affranto mentre ripensa alla sua triste situazione e rigira tra le dita la fede nuziale della moglie. Ma Martin ha già trovato di che consolarsi. Tornato a casa assesta una pacca sul sedere di Rita (Arcadia Lake), la sua nuova domestica. Poi inizia a lamentarsi e i due discutono animatamente. L'uomo odia la cucina di Rita e a un certo punto rovescia per terra ciò che la donna gli aveva preparato. Il suo appetito è evidentemente di diverso genere. Afferra la domestica con forza e la possiede brutalmente su un tappeto a terra. Dopo un iniziale tentativo di opporre resistenza, Rita si lascia volentieri andare. Dopo averle sollevato le gambe e leccato la clitoride, Martin la penetra nella posizione del missionario. Dopo averci dato dentro per un po', tocca all'uomo ricevere le attenzioni di Rita. La donna gli prende il membro in mano e inizia una fellatio. L'amplesso si conclude ancora con la posizione del missionario. Martin inonda il ventre della cameriera di sperma. A terra giacciono i resti del cibo rifiutato mentre la coppia si bacia appassionatamente. Si tratta in assoluto di una delle migliori scene di sesso con protagonista Arcadia Lake tanto da trovarla riproposta in numerose compilation dedicate all'attrice.


Susan è stata invitata da Chi Chi a prendere un tè a casa sua. A far loro compagnia c'è anche Gloria (Crystal Day). La teiera utilizzata da Chi Chi ha una forma particolare. Il suo beccuccio è un fallo di gomma cavo e le bustine che contengono le foglie della bevanda sono in realtà dei preservativi. La padrona di casa le offre una fetta di torta, anch'essa di forma fallica. Susan è perplessa, ma le due donne riescono a convincerla a lasciarsi andare e a vivere appieno la propria sessualità senza inibizioni. Segue una silenziosa scena lesbo che coinvolge Chi Chi, Gloria e Susan a cui si aggiunge anche un misterioso uomo (o meglio, solo il suo membro).
Susan torna dallo psicoterapeuta e lo ragguaglia sugli ultimi accadimenti. Appare più sollevata. Uscita dallo studio del professionista, passeggia nel quartiere a luci rosse della città indossando un lungo soprabito e degli occhiali da sole. Decide di entrare in un cinema in cui proiettano “Swedish Sorority Girls”. Si siede accanto a uno spettatore (Ron Jeremy) che sta mangiando pop corn e senza chiedere permesso inizia a mangiarne. All'improvviso, dal cartoccio sbuca fuori il membro eretto dell'uomo. Susan lo prende in mano, lo accarezza e poi si china per succhiarlo. Sopraggiunge la maschera del cinema e Susan gli mostra voluttuosamente le terga e gli fa cenno di unirsi. L'uomo si spoglia e inizia a penetrarla da dietro. Poi il terzetto si alza e si dirige sul palco dove riprende a fare sesso. Alle loro spalle, sullo schermo, si susseguono i fotogrammi del film. Dopo che i due uomini sono venuti, la folla di spettatori che nel frattempo si era assiepata davanti al palco applaude entusiasta.


Susan è tornata a casa di Chi Chi. Racconta a lei e a Gloria l'esperienza vissuta e insieme brindano alla nuova tappa superata. È sera e decidono di uscire. Si recano impellicciate in un locale notturno per insegnare a Susan le tecniche di abbordaggio. Una volta all'interno si gettano subito alla caccia mentre un cameriere le osserva riempiendo un bicchiere con un sifone collegato al proprio membro. Chi Chi e Gloria invitano Susan a rilassarsi e a ballare in pista. Susan le segue. Poi si dirigono al bancone del bar e iniziano a dare una dimostrazione pratica di come si abborda un uomo. Susan tenta goffamente di imitarle. Il cameriere, questa volta, la osserva perplesso. Rimorchiati finalmente tre uomini si dirigono verso la casa di Chi Chi dove è in corso un festino. Mentre una spogliarellista (Electra Blue, forse un transessuale) assai conturbante balla al centro della stanza, le tre donne si aggiungono alle altre coppie libertine e iniziano a fare sesso con i rispettivi partner. Due uomini in smoking discutono di fronte a una scultura raffigurante un enorme fallo e decidono di rivestirlo con un mega condom. Uno dei due uomini mostra un cartello con la scritta “VD is for everybody. If you need help, see a doctor” (ovvero “le malattie veneree riguardano tutti. Se hai bisogno di aiuto consulta il tuo medico”). Un altro uomo fa sesso con una bambola gonfiabile fino a quando la spogliarellista gliela toglie delle mani e la sostituisce con il proprio splendido corpo. Al termine dell'orgia, la bambola gonfiabile giace a terra inondata di sperma.


Martin è seduto ancora una volta su una panchina con la fede nuziale della moglie in mano. Ripensa a quando erano felici insieme. Susan invece è dallo psicoterapeuta. È indubbiamente cambiata dall'epoca del loro primo incontro. Parla in maniera decisamente più licenziosa e per dar prova al medico delle avvenute trasformazioni in lei afferra il membro dell'uomo e inizia a succhiarlo. Lo psicoterapeuta protesta, rivendica la propria professionalità ma alla fine cede agli assalti di Susan. Ora la donna è pronta per riprendersi il marito. Si reca così a casa nella casa in cui abitano Martin e Jeannie. Le due donne iniziano a discutere animatamente non risparmiandosi aspre punzecchiature. Martin tenta di fare da paciere, inutilmente. Susan e Jeannie decidono che è giunta l'ora della resa dei conti: ognuna delle due farà del proprio meglio per sedurre Martin e la vincitrice di questa singolare sfida avrà l'uomo tutto per sé. Iniziano così a spogliarsi sotto gli occhi dell'uomo sempre più attonito. Susan e Jeannie mettono in mostra la propria lingerie e ciò che essa nasconde. Poi si gettano sul letto alla conquista di Martin contendendosi con la bocca il suo membro. Poi Martin prende la moglie e insieme si abbandonano a un sessantanove in piedi. Jeannie, da parte sua, risponde ponendosi poco dopo a cavalcioni su Martin. Susan inizia a leccare il membro del marito e il sesso della ex(?)-amica. Ma l'asso nella manica lo sfodera Susan che dopo essersi messa a quattro zampe sul letto concede al marito l'onore di sodomizzarla. La sfida è vinta. La coppia giace sul letto abbracciata. Martin, dopo aver riconsegnato alla moglie la fede nuziale, le propone di risposarsi. Jeannie si avvicina e si distende accanto a loro proponendo maliziosamente di ricominciare a fare sesso.
È la notte di Natale. Martin e Susan sono sul balcone di casa e si baciano. Nel cielo fa capolino un Babbo Natale in slitta (non pensate a chissà quali effetti speciali, si tratta in realtà di una traballante sagoma di cartone). Chiusura con cartello che recita: “…and they lived happily humpingly ever after!”.

SCHEDA TECNICA

Secrets of a Willing Wife (USA, 1979, 70 min.)
Regia di Norman Gurney
Cast: Merle Michaels (Susan), Eric Edwards (Martin), Rikki O'Neal (Jeannie), Patty Boyd (Chi Chi) (con il nome di Sara Lane), Arcadia Lake (Rita), Electra Blue (la spogliarellista), Bobby Milne (il primo uomo con Chi Chi), Ron Hudd (la maschera del teatro) (con il nome di Joe Morgan), Crystal Day (Gloria), Ron Jeremy (il primo uomo in teatro con Susan)
Prodotto da Mitch Delray

sabato 15 novembre 2014

The Ribald Tales of Canterbury

Se siete tra coloro che conoscono “I racconti di Canterbury” scritti nel XIV secolo da Geoffrey Chaucer o l'omonimo film realizzato da Pier Paolo Pasolini nel 1972 non potrete allora fare a meno di visionare questo piccolo ironico gioiello della cinematografia hard. Girato nel 1985 da Bud Lee, sceneggiato da sua moglie Hyapatia e splendidamente fotografato da un non meglio precisato Guido, “The Ribald Tales of Canterbury” (accreditato in Italia con il titolo di “Le proibitissime viziose novelle di Canterbury”) segna in qualche modo il canto del cigno della “Golden Age of Porn”. Nessun dettaglio del film è stato trascurato, al punto che sia i costumi che la musica appaiono filologicamente corretti. Le varie scene vengono raffigurate quasi fossero dei “tableaux” viventi. E, but last not least, il sesso è caldo, molto caldo. Se si pensa che il budget a disposizione era limitato bisogna ammettere che il risultato finale è notevole.


La pellicola approfondisce a modo suo quegli elementi “volgari” che l'autore originario aveva tralasciato. Alcuni pellegrini in viaggio verso Canterbury decidono di ingannare il tempo raccontando delle novelle licenziose. Nella prima, la moglie (Stevie Taylor) e la figlia (Buffy Davis) di un avido mugnaio (Dennis Duggan) decidono di rimborsare a modo loro due studenti truffati dall'uomo. Seguono altri tre episodi con protagonista Hyapatia Lee. Un film vivamente consigliato, soprattutto alle coppie.

SCHEDA TECNICA

The Ribald Tales of Canterbury (USA, 1978, 69 min.)
Regia di Bud Lee
Sceneggiatura di Hyapatia Lee
Cast: Hyapatia Lee (la locandiera), Mike Horner (il cavaliere), Bud Lee (il Lord), Colleen Brennan (Lady of Bath), Debra Lynn (la giovane abate) (Young Abbot), Cheri Janvier (la Lady) (con il nome di Cheri Johnavar), Buffy Davis (la figlia del mugnaio) (con il nome di Page Turner), Beverly Bliss (Katrina), Tony Martino (Sitar) (con il nome di Tony Martin), Marc Wallice (Vitar) (con il nome di Marc Goldberg), Josephine Carrington (la Regina), Stevie Taylor (la moglie del mugnaio), Jon Martin (John), Peter North (Alan), F.M. Bradley (il giovane stalliere) (con il nome di Field Marshall Bradley), Elmo Lavino (Monk) (con il nome di Elmo Friar), Dennis Duggan (il mugnaio), Jesse Eastern (il legnaiolo) (con il nome di Jessie Eastern), Mary Jayne Forcade (la vecchia gitana), Patti Petite (la cameriera della locanda) (con il nome di Petite Luv), Howard Darkley (il Diavolo)
Prodotto da Elliot Lewis
Direttore della fotografia Guido

venerdì 31 ottobre 2014

Peek Freak

“Peek Freak” è un film pornografico francese del 1980. La versione che mi è capitato di vedere è quella per il mercato americano in cui sia il nome del regista che degli attori e delle attrici sono stati modificati. Anche l'anno di rilascio riportato nei titoli di coda è successivo di ben cinque anni rispetto all'originale. Inoltre, il doppiaggio americano è leggermente fuori sincro. Detto questo, “Peek Freak” è una splendida pellicola sul tema del voyeurismo la cui visione consiglio vivamente agli amanti dell'esibizionismo. La trama è imperniata su una coppia parigina che si ritrova a spiare dalla finestra del proprio appartamento una ninfomane che alloggia nell'albergo dirimpetto e che ama fare sesso con le imposte delle finestre aperte. Con il passare del tempo la coppia si farà a tal punto coinvolgere dal gioco da ritagliarsi un ruolo da protagonisti. Il finale è a sorpresa.


È sera. Helen (Robin Sellers) sta facendo un pompino a Bruno (Jean-Louis). Dopo che l'uomo le è venuto in bocca, Helen si alza e si dirige in un'altra stanza per prendere una macchina fotografica con cui intende immortalare il marito. Bruno, che nel frattempo si è preparato un bicchiere di J&B, non ci sta però a farsi fotografare e decide di tornare al proprio lavoro di scrittore. Si alza e si siede alla scrivania. Helen non può far altro allora che dedicarsi allo sviluppo e alla stampa di alcuni negativi. Ad un certo punto Helen si avvicina alla finestra e si accorge che una donna (Alba Cummings) si sta masturbando in una stanza dell'“Hotel des Voyageurs” dall'altra parte della strada. Greta, questo il nome della donna, è una ricca svedese in vacanza a Parigi. Essa ha lasciato volutamente aperte le imposte della finestra con l'intenzione di mostrarsi ad eventuali sguardi. Helen chiama a fianco a sé il marito per renderlo partecipe dello spettacolo e i due iniziano ad eccitarsi. Afferra poi la macchina fotografica e inizia a scattare. Bruni si spoglia, solleva la vestaglia della moglie e inizia a prenderla da dietro. La coppia continua a guardare di tanto in tanto in direzione della stanza. Improvvisamente, nella stanza fa la sua comparsa un uomo che indossa solo degli slip rossi. Mentre Greta inizia ad armeggiare con il suo sesso, lui si dedica con sapienti tocchi delle dita alla sua clitoride. Al massimo dell'eccitazione, Bruno viene sulle natiche di Helen.
La sera successiva Helen sta appendendo ad asciugare delle foto appena stampate. Arriva Bruno e la donna gli mostra uno scatto che lo ritrae nudo. L'uomo si rimette alla scrivania ma fa fatica a concentrarsi. Ad un certo punto rivolge lo sguardo verso la stanza dell'albergo per accorgersi che questa è, per quanto illuminata, vuota. Helen sta leggendo nuda nel letto. Bruno è ancora distratto dal ricordo di quanto osservato il giorno precedente e continua a sbirciare in direzione della stanza. Poi prende un binocolo e inizia ad osservare in direzione della strada. Chiama la moglie e le passa il binocolo. Helen nota che Greta è seduta al tavolino di un caffè. Si avvicina uno sconosciuto e i due cominciano a parlare. Greta gli tasta il pacco e, sinceratasi della consistenza della mercanzia, lo invita a fare sesso con lei. I due si alzano e si dirigono verso l'albergo. Helen e Bruno continuano a seguire con curiosità quanto accade. Mentre nella stanza di fronte Greta e il suo amante si spogliano e si dedicano a un sessantanove, Helen si china e inizia a succhiare il membro di Bruno. Ora Greta è sul letto e l'uomo la sta prendendo da dietro con foga. Anche Bruno sta facendo lo stesso con Helen che non smette di scattare foto. L'uomo viene sulle natiche di Greta, subito imitato da Bruno.


Mattino seguente. Helen porta il caffè a letto al marito, poi gli mostra le foto scattate la sera prima. I due si eccitano ed Helen sale a cavalcioni su Bruno.
Bruno è seduto alla scrivania quando Helen fa il suo rientro a casa. La donna confida al marito di aver posizionato un microfono all'interno della stanza d'albergo. Non è stato difficile per lei riuscire nell'impresa, le è bastato semplicemente scoparsi il concierge. Greta, nel frattempo, è seduta al solito caffè. Sta parlando con un nero allampanato. Poi i due si alzano e si dirigono verso l'albergo. Helen e Bruno indossano delle cuffie collegate a un registratore. Greta spoglia il nero, si inginocchia e inizia a leccare il suo lungo membro. Helen e Bruno continuano ad osservare e ad ascoltare. L'uomo prende in braccio Greta e la adagia con delicatezza sul letto. Greta ricomincia da dove era stata costretta ad interrompersi. Helen scatta delle foto. Dopo essersi disteso su Greta, l'uomo inizia a montare la donna con possenti e ritmati colpi del bacino. Helen afferra il sesso del marito e lo masturba lentamente. Il nero viene e Greta si adopera con passione a ripulire dello sperma la sua cappella. Anche Bruno viene. Dopo che la donna ha congedato l'occasionale amante, si volta verso la finestra con fare ammiccante per poi distendersi sul letto e masturbarsi. Spera di essere osservata. Il registratore continua ad andare mentre Helen e Bruno sono stesi sul letto. Poi la donna sale a cavalcioni su Bruno. I movimenti del suo bacino portano ben presto all'orgasmo il marito. Sfiniti, spengono la luce e si addormentano abbracciati. Helen, Bruno, Greta e il nero sono sdraiati sul letto della stanza d'albergo. Mentre Greta le lecca la fica, Helen si prende cura prima con le mani e poi con la bocca dei membri dei due uomini. Ma si è trattato purtroppo per Helen solo di un sogno, per quanto piacevole.


Bruno si lamenta del proprio lavoro mentre Helen sta pulendo un obiettivo. L'uomo si dirige alla finestra e vede Greta insieme a una brunetta che indossa giarrettiere, calze nere e uno strap-on. Bruno fa cenno ad Helen di avvicinarsi e di guardare. Greta sta masturbando il fallo di gomma, poi lo prende in bocca. Helen inizia ad accarezzare il cazzo di Bruno. Greta sale a cavalcioni sulla brunetta e si fa penetrare. Poi le due donne si scambiano lo strap-on e la scena si inverte. Helen continua a masturbare Bruno fino a che questi viene sul vetro della finestra.
Nonostante l'iniziale contrarietà di Bruno, Helen decide di chiamare Greta. Le confida che lei e suo marito la osservano da giorni. Poi le comunica che da quel momento in poi dovrà portarsi in camera i clienti del caffè da loro insindacabilmente scelti, a cominciare da quei due che siedono al tavolino accanto al suo. Greta esce dal locale, parla con i due uomini e li invita a seguirla in albergo. Giunti in stanza, Greta sbottona i pantaloni di quello che indossa un cappellino con la visiera e gli accarezza il membro. L'altro inizia a masturbarsi. Greta prende in bocca alternativamente i due cazzi. Bruno con il binocolo ed Helen con il teleobiettivo seguono la scena. Helen inizia a masturbare Bruno. Greta è sul letto. Sta leccando il sesso di uno dei due uomini, poi gli sale sopra per farsi montare mentre l'altro si avvicina per farselo succhiare. Greta guarda verso la finestra. L'uomo senza cappellino viene sul seno di Greta. Poi i due se ne vanno e la donna si concede una doccia. Telefona quindi ad Helen che, distesa sul letto, sta masturbando Bruno. Le due donne si scambiano commenti piccanti e Greta si masturba.


C'è una donna in strada. Indossa degli occhiali e un vestitino che non lascia nulla all'immaginazione. Ha anche delle gran belle tette. Sta cercando un indirizzo. Suona a casa di Helen. Ha bisogno di farsi scattare una foto tessera. Helen allestisce il set ed esegue il lavoro richiesto. Poi la congeda non prima però di averla indirizzata con un sotterfugio al caffè in cui si trova Greta. Helen e Bruno osservano dalla finestra. La donna si siede a un tavolino. Helen telefona a Greta e le comunica chi è la prescelta. Greta esce dal locale e si siede accanto alla donna. Parlano un poco poi le due donne si alzano e si avviano verso l'albergo. Una volta nella stanza, Greta inizia a spogliarla vincendo in poco tempo lo stupore della donna. Helen scatta delle foto. Anche Greta si spoglia e inizia ad accarezzare i grossi seni della donna. Poi si china e le bacia la fica. Le due donne sono sul letto. È Greta a prendere l'iniziativa. Le lecca nuovamente la fica, poi si dedica ai seni. La donna è sul punto di impazzire dal piacere. Si avvinghiano tra loro prima di passare a un sessantanove. Helen continua a scattare. Arriva Bruno. Prende per mano Helen e la conduce sul letto. Poi le monta sopra. Dopo un po' suonano alla porta. Helen va ad aprire mentre Bruno si copre con la coperta. È la donna della foto tessera. Bruno le va incontro togliendosi la coperta di dosso e rimanendo così nudo. La donna è presa in contropiede. Bruno la accarezza, poi si inginocchia e le lecca la fica mentre Helen le accarezza i seni da dietro. I tre si distendono sul tappeto. La donna succhia il membro di Bruno mentre Helen esplora con la lingua le sue intimità. Allarga le gambe della donna e invita il marito a penetrarla. Poi Helen si mette a cavalcioni sul volto della donna e si fa leccare il clitoride mentre Bruno viene sulle tette della donna.
Bruno è al lavoro alla scrivania. Osserva delle foto e riflette. Prende il telefono e chiama Greta al caffè dandole un nuovo appuntamento per la serata. Helen rientra a casa e il marito le riferisce della telefonata. È sera, Bruno ed Helen sono a letto. Bruno si alza e guarda dalla finestra. Poi sveglia la moglie. Greta è entrata nella sua stanza in compagnia di una coppia. Greta prende una bottiglia di champagne, la agita e innaffia la donna che nel frattempo si è spogliata. Greta le lecca i seni bagnati. Bruno ed Helen osservano eccitati. La coppia brinda, poi la donna tira fuori il membro del suo compagno e lo masturba. Greta si siede su una poltroncina e li osserva. Si tocca la fica, poi si alza e si unisce ai due. Helen sta masturbando Bruno. Bruno la gira e la prende da dietro. Nel frattempo le due donne stanno leccando il cazzo dell'uomo. Quest'ultimo si distende sulla sua compagna e la penetra mentre Greta si mette a cavalcioni sul volto della donna. I tre cambiano posizione. È Greta che sta sotto mentre l'uomo penetra nuovamente la propria compagna. La bocca di Greta può dedicarsi così ai sessi di entrambi. L'uomo viene sul ventre di Greta che guarda in direzione della finestra e sorride compiaciuta. Poi lecca nuovamente la fica della donna che ricambia le attenzioni. L'uomo penetra la propria compagna mentre Greta, distesa al loro fianco, si masturba. L'uomo viene sulla donna. Così come farà di lì a poco anche Bruno sulle belle natiche di Helen.


Helen e Bruno sono a casa. Bruno sta osservando le foto scattate dalla moglie. Egli desidera andare a letto con greta. “Hai ragione” dice Helen “dobbiamo fare l'amore con lei” prima di prendere la cornetta e telefonare a Greta. Le comunica di aver trovato altri partner per lei e di aspettare al caffè. Bruno ed Helen raggiungono Greta. La donna non sa ancora che si tratta in realtà della stessa coppia a conoscenza del suo segreto. I tre si dirigono verso l'albergo. Entrati in stanza le due donne si baciano sotto lo sguardo attento di Bruno. Poi si spogliano e si stendono sul letto. Si baciano. Helen lecca la fica di Greta. Quest'ultima indossa lo strap-on e si distende su Helen. Bruno si è avvicinato alla moglie che gli prende in bocca il cazzo. Bruno viene su entrambe le donne. Greta glielo riprende in bocca, poi l'uomo monta Helen. Greta si posiziona alle sue spalle indossando lo strap-on e lo sodomizza. Le due donne si danno a un sessantanove mentre Bruno penetra da dietro la moglie. Greta lecca la fica di Helen. Inquadratura sulla finestra di Bruno ed Helen. Bruno si distende su Greta e la penetra, poi viene. Le due donne si baciano.
Helen è al telefono mentre Bruno è ai suoi piedi. Sono entrambi nudi. Sta parlando con Greta. La donna le dice che deve ripartire per la Svezia. Helen mette giù ma dopo pochi istanti il telefono squilla. È l'editore di Bruno che si lamenta del ritardo nella consegna del lavoro. Bruno si scusa e mette giù. La coppia inizia a toccarsi vicendevolmente poi Bruno si siede sulla poltrona e si fa fare succhiare il cazzo dalla moglie. Helen monta a cavalcioni su Bruno che dopo poco viene sulle foto di Greta sparse sul tappeto.
Una donna dalla parrucca nera si siede al caffé dando le spalle alla finestra di Bruno. Questi sta lavorando alla scrivania. Si alza e osserva con il binocolo quel che accade in strada. Dal caffè esce un uomo che scambia alcune battute con la donna prima di incamminarsi insieme verso l'albergo. I due entrano nella stanza. La donna guarda verso la finestra. Poi Helen e lo sconosciuto si stendono sul letto e lei inizia a succhiargli il sesso mentre questi la masturba con le dita. Ora è seduta su di lui, nuovamente di spalle. Entrano due uomini. Sono gli stessi che Bruno aveva già visto all'opera con Greta. Si tirano fuori il membro ed Helen inizia a succhiarglielo voltandosi ogni tanto in direzione della finestra. Bruno continua a scattare. Click, click, click. Gli uomini si masturbano e vengono sulla donna. All'improvviso Greta entra in casa di Bruno. L'uomo è stupito per l'apparizione. Ma allora la donna che sta guardando è… Helen! La donna gli dice che ha deciso di trasferirsi a vivere in casa loro. Greta si inginocchia e gli prende in bocca il cazzo. Bruno solleva la sua gonna e la possiede da dietro. Alla fine le viene sulle natiche.
Esterno del caffè. I tavolini sono vuoti. Un cameriere finisce di rassettare i tavolini poi entra e spegne le insegne del locale.

SCHEDA TECNICA

Peek Freak (Francia, 1980, 85 min.)
Regia di Jean-Claude Roy
Sceneggiatura di Noël Simsolo
Cast: Mary Cravat, Dawn Cummings (Greta), Debra Halbert, Robin Sellers (Helen)

venerdì 3 ottobre 2014

Expensive Tastes

Non sempre il cinema pornografico ha trattato il tema dello stupro con sufficiente delicatezza. C'era forse bisogno che dietro alla macchina da presa ci fosse una donna (Joanna Williams) per regalarci una pellicola che, pur se a tratti di forte impatto emotivo, inserisce due lunghe sequenza di violenza all'interno di una storia ben congegnata e ricca di colpi di scena, senza indulgere più di tanto in ambigui ammiccamenti nei confronti dello spettatore. La recitazione di Joey Silvera è all'altezza come sempre, lo stesso non può dirsi per gli altri interpreti. Qua e là si notano alcune incongruenza nella sceneggiatura ma il risultato finale è più che apprezzabile.


Alex Herschel (interpretata da Elaine Wells) è una ragazza di provincia ingenua e ancora vergine in trepidante attesa di recarsi ad un appuntamento nell'abitazione di David Rowlands, un uomo affascinante (interpretato da Joey Silvera) che ha incontrato il giorno prima in un ristorante. David le aveva inavvertitamente rovesciato addosso una portata e a seguito di questo episodio i due avevano fatto brevemente conoscenza. Helen (Fanie Essex), la sua materna e amorevole padrona di casa, la canzona per via della costosa lingerie che indossa ma prima di lasciarla la mette in guardia dai possibili pericoli in cui una ragazza di provincia come lei potrebbe imbattersi incontrando uno dei tanti Don Giovanni che popolano la Grande Mela. E i suoi timori si riveleranno ben presto fondati.


La coppia arriva a casa di David. Lui vorrebbe risarcirla del vestito sozzato il giorno prima ma Alex rifiuta di accettare il denaro. Poi David tenta un approccio ma la ragazza appare impacciata e non così desiderosa di precipitare le cose. Mentre David sta preparando un cocktail suonano alla porta. L'uomo appare sorpreso e va ad aprire. Ma una volta spalancato l'uscio nell'appartamento fanno irruzione tre individui mascherati. David viene colpito e gettato a terra mentre Alex viene imbavagliata e legata. Gli aggressori fanno capire subito quali siano le loro intenzioni. David viene legato a un tavolaccio e issato in posizione verticale in modo che possa assistere allo stupro di Alex. Quest'ultima, sotto la minaccia di un coltello, è costretta a praticare una fellatio a due dei violentatori mentre il terzo sbottona i pantaloni di David e prende il suo membro in bocca mostrando ad Alex quello che dopo poco sarà costretta a fare con il suo spasimante. Poi la ragazza viene gettata a terra e costretta a subire violenza. Alla fine, riportata al cospetto di David, mentre uno degli aggressori la possiede da dietro, è obbligata a praticare nuovamente una fellatio a David e a farsi inondare il viso dal suo sperma. Poi i violentatori se ne vanno. Alex è sconvolta, si aggira per la casa in stato confusionale. I due discutono sull'opportunità di chiamare o no la polizia. Non hanno visto in volto i loro aggressori ma quel che più preoccupa la ragazza è il dover essere costretta a raccontare di come David abbia subito una fellatio da un uomo. Così, alla fine, decidono di non avvertire la polizia.


Una volta andata via Alex, nell'appartamento fanno la loro ricomparsa i tre violentatori. David non si dimostra sorpreso della loro presenza, anzi. Due di loro scherzano con David mentre il terzo rimane in disparte ancora mascherato. Ad un certo punto il padrone di casa gli va incontro e gli toglie il passamontagna svelandoci che si tratta di una donna. Erano tutti d'accordo nell'approfittare di Alex, nell'organizzare un'orgia sotto mentite spoglie. Poco dopo David e la donna finiscono a letto. Mentre fanno sesso sulla parete alle loro spalle è proiettato un filmino porno. Mentre la donna sta succhiando il membro di David sul suo viso si sovrappone l'immagine tremolante dell'attrice del filmino che sta compiendo la medesima azione.


Helen, venuta a sapere dalla viva voce di Alex quel che le è accaduto, si decide a chiamare la polizia. Il detective Paul Cummings (Dan Egan) incaricato dell'indagine, riscontrate alcune analogie con precedenti casi di violenza sessuale, inizia a sospettare di David e decide di ricorrere ad una trappola per incastrarlo. Chiede la collaborazione di Barbara (Phaery Burd), una sua amica prostituta. Si reca dunque a casa sua interrompendola mentre sta intrattenendo un cliente (John Seeman) il quale all'arrivo del detective fugge precipitosamente. Paul vuole che la donna funga da esca. Quel che avviene successivamente è facile intuirlo. Anche Barbara è costretta a subire violenza anche se, a differenza di Alex, sembra dimostrare un ruolo decisamente più attivo. Una volta tornata nella propria abitazione, Barbara si concede una doccia prima di chiamare l'ispettore e dargli conferma dei suoi sospetti.


David viene condotto alla centrale di polizia e sottoposto a un incalzante interrogatorio, inchiodato alle sue responsabilità oltre che dalla testimonianza di Alex e di Barbara anche da quella di una terza vittima che nel frattempo si è fatta avanti. Mentre David viene condotto in prigione, le tre donne lo osservano sollevate.

SCHEDA TECNICA

Expensive Tastes (USA, 1978, 75 min.)
Regia di Joanna Williams (con il nome di Jennifer Ray)
Sceneggiatura di Daniel Cady (con il nome di William Dancer)
Cast: Joey Silvera (David Rowlands) (con il nome di Joseph Nassi), Elaine Wells (Alex Herschel), Fanie Essex (Helen, la padrona di casa di Alex), Phaery Burd (Barbara), John Leslie (il violentatore che indossa un passamontagna nero), Ken Scudder (Howie, il violentatore che indossa un passamontagna rosso), Eileen Welles (il terzo violentatore) (con il nome di Mary Ann Evans), John Seeman (il cliente di Barbara), Dan Egan (l'ispettore di polizia Paul Cummings)
Prodotto da Daniel Cady (con il nome di William Dancer)
Direttore della fotografia Ronald Víctor García (con il nome di Rahn Vickory)

sabato 9 agosto 2014

China Cat

Ed eccoci arrivati la secondo ed ultimo episodio che vede protagonista il nostro Johnny Wadd alle prese con la misteriosa e bramata da molti statuetta di giada. Ancora una volta dietro alla macchina da presa siede Bob Chinn che in questo caso non si ritaglia un cameo (vestiva i panni di Frankie) come in “The Jade Pussycat”. Meglio così, lo preferiamo come regista piuttosto che come attore. John Holmes la fa ancora da padrone, affiancato da altre protagoniste delle scene hardcore dell'epoca, come ad esempio Desiree Cousteau o Chris Cassidy. Vi è da dire che questo sequel non raggiunge, in termini di trama e di scene di sesso, i livelli di “The Jade Pussycat”. E anche per quanto riguarda le influenze passiamo da “Il falcome maltese” alla serie televisiva “The Charlie's Angels”.


Il film si apre dal punto in cui avevamo lasciato la storia. Johnny Wadd è seduto su una balaustra di fronte al Ponte della Baia di San Francisco. Ha deciso di tenere per sé la statuetta. Cambio di scena. Ci troviamo all'esterno di una bella villa. Fa molto caldo. Un uomo è seduto su una sdraio. Compone un numero telefonico mentre una infermiera provvede a fargli una fellatio. Il telefono squilla in un lussuoso salotto in cui si trovano quattro avvenenti ragazze: Barbi (Chris Cassidy), Sandy (Paula Wain), Shari (Eileen Welles) e Synthia (Jennifer Richards). Il maggiordomo Jaspers (Dale Meador) si affretta a rispondere. Inserisce il viva voce così che le ragazze possano ascoltare quel che l'uomo della sdraio, che risplende al semplice nome di Charlie ed è interpretato da John Seeman, ha da dire loro. Charlie dirige una esclusiva agenzia investigativa in lotta contro il crimine ed è stato vittima recentemente di un infortunio cosicché è in convalescenza e abbiamo già visto di quali particolari cure si occupa la sua infermiera interpretata da Desiree Cousteau. Charlie spiega ai suoi quattro angeli quale sia lo scopo della nuova missione, ovvero recuperare una misteriosa statuetta meglio nota con il nome di “The Jade Pussycat”. Un ricco uomo giapponese è disposto a pagare una grossa somma di denaro per riavere la statuetta che gli era stata sottratta al termine della Seconda Guerra Mondiale. Il problema è che essa è attualmente detenuta da un detective privato assai astuto, Johnny Wadd. Charlie e le ragazze mettono dunque a punto un piano.


Sandi, che in passato aveva lavorato per conto di Wadd come segretaria (anche se con il nome di Laureen) è incaricata di farsi riassumere dal detective. Shari tenterà di acquistare la statuetta. Synthia di sottragliela dopo averlo sedotto. Infine, Barbi coordinerà le azioni delle colleghe senza entrare direttamente in azione. Mentre scorrono il dossier riguardante Wadd, le quattro ragazze rimangono piacevole sorprese nell'apprendere le dimesioni del pene del detective.
Sandy si reca così da Wadd ed egli è assai lieto di rivederla. L'ufficio si presenta in pessime condizioni e ha bisogno certamente di un po' di ordine. Ma prima del dovere viene il piacere e Sandy provvede a prendere in bocca il grosso arnese del suo ex-principale. Poi Wadd la fa sdraiare sulla scrivania e la penetra. Alla fine eiacula sulla pancia della ragazza. Bene, Sandy è stata nuovamente assunta!


In un elegante ristorante, Johnny Wadd fa la conoscenza di un secondo angelo, Synthia (Jennifer Richards). I due mangiano qualcosa insieme e poi si recano nell'appartamento di Wadd per bere un ultimo bicchiere. Qui giunti, Synthia chiede a Johnny di mostrargli le statuette orientali che egli possiede ma il detective fiuta l'inganno e decide di stare al gioco. Dopo essere andato a preparare un drink, trova Synthia nuda nel letto. I due iniziano a fare sesso. Verso la fine dell'amplesso Synthia chiede a Johnny di venirle in bocca ed egli non se lo fa ripetere due volte inondando copiosamente le labbra della ragazza di sperma.
Nel frattempo, Barbi e Shari sono rimaste sole. Le due ragazze decidono che è giunto il momento di conoscersi un po' meglio. Si distendono sul divano e iniziano a stimolarsi reciprocamente fino al godimento reciproco.
Il giorno seguente Johnny viene chiamato nella residenza di una ricca signora desiderosa di fare sesso a pagamento e che in realtà non è altri che Shary. Mentre essa intrattiene con ottimi argomenti il detective, Barbi e Synthia frugano nell'appartamento incustodito di Johnny alla ricerca della statuetta, ma senza risultati. Shary continua a perdere tempo ma evidentemente ci ha anche preso gusto perché ad un certo punto confida a Johnny di voler provare qualcosa di più inusuale ed estremo, come ad esempio la penetrazione anale. Johnny la accontenta e infila il suo membro tra le natiche della donna. Ad ogni colpo, Sandy morde il cuscino a cui si è aggrappata. Poi Johnny le viene sul viso.
Barbi, rimasta sola nell'appartamento di Wadd, trova finalmente la valigetta di pelle nera che dovrebbe contenere la statuetta ma viene sorpresa in camera da letto da Wadd. Così gli racconta cosa stesse cercando ma gli confida anche di essere attratta fisicamente da lui e che vorrebbe fare sesso. Barbi inizia a succhiare il membro di Johnny poi gli chiede di preparare un drink per aiutarla a rilassarsi. Mentre Wadd è nell'altra stanza, Barbi strofina sul proprio sesso alcune gocce di narcotico. Quando Johnny rientra nella camera da letto inizia a leccare il sesso di Barbi con l'effetto di addormentarsi dopo poco. Barbi ne approfitta per prendere la valigetta e fuggire. Ma una volta ricongiuntasi alle altre tre colleghe e a Charlie ecco l'amara sorpresa: Johnny li ha ingannati, all'interno della valigetta c'è sì una statuetta, ma quella di un falcone maltese.


Dopo l'insuccesso patito, Charlie decide che è giunto il momento di fare sul serio. Incarica dunque una minuta e bellissima sicaria orientale (Kyoto Sun) di introdursi nell'appartamento di Johnny e di assassinarlo con un coltello a serramanico. Ma Johnny si risveglia giusto in tempo per schivare il colpo mortale e dopo averla disarmata la bocca sul letto. Con il coltello le taglia le mutandine e poi infila il suo membro nella bocca della ragazza. La ragazza non ci sta, scalcia ma Johnny le intima di non opporre resistenza o sarà peggio per lei. Poi tenta di penetrarla nella posizione del missionario. La ragazza urla “No, è troppo grande!” ma Johnny non si fa intenerire dalle sue suppliche e continua a fare andare su e giuù il proprio sesso in quello della ragazza. Alla fine lei inizia a provare piacere e monta a cavalcioni su Wadd prima di essere copiosamente bagnata dal suo sperma.


Il film si conclude con Johnny seduto nel suo ufficio, con i piedi sulla scrivania. Osserva un ventilatore a soffitto che gira. Sopra una delle pale è celata la statuetta di giada. Johnny sorride compiaciuto.

SCHEDA TECNICA

China Cat (USA, 1978, 69 min.)
Regia di Bob Chinn
Sceneggiatura di Bob Chinn
Cast: John Holmes (Johnny Wadd) (con il nome di John C. Holmes), Chris Cassidy (Barbi) (con il nome di Monti Stevens), Paula Wain (Sandi) (con il nome di Christian Sarver), Eileen Welles (Synthia), Jennifer Richards (Shari), Kyoto Sun (la sicaria) (con il nome di Kyoto), Dale Meador (Jaspers), John Seeman (Charlie) (con il nome di John Seemen), Desiree Cousteau (l'infermiera)
Prodotto da Carl Adams
Direttore della fotografia Lazlo Crovney

The Jade Pussycat

Di John Holmes, al secolo John Curtis Estes, non avevamo ancora fatto accenno fino ad oggi. Ma, contrariamente a quel che potrebbe sembrare, non si è trattato affatto di una dimenticanza. Personalmente trovo che la sua dimensione artistica stesse tutta in quei famosi trenta centimetri. Non me ne vogliano i suoi tanti fans, ma la quasi totalità dei film da lui interpretati erano semplicemente penosi (e non solo perché lavorava con il pene come cantavano gli Elio e le Storie Tese). Ma giacché sono di animo buono e ieri sarebbe stato il suo compleanno, ho deciso di recensire una delle poche pellicole meritevoli di una qualche attenzione, ovvero “The Jade Pussycat”. Diretto nel 1977 da Bob Chinn che si ispirò nel realizzarlo a “Il falcone maltese” di John Huston, il film è ambientato nella Chinatown di San Francisco (una delle due città oltre a New York in cui negli anni settanta era consentito girare scene pornografiche) ed appartiene alla saga porno-poliziesca dedicata al detective privato Johnny Wadd (“me… call Johnny”). Il regista Paul Thomas Anderson ebbe a dire all'epoca della realizzazione di “Boogie Nights” che era come se Hitchcock si fosse dato al porno, consigliandone la visione ai suoi attori e alle sue attrici per meglio calarsi nei rispettivi ruoli. Il paragone mi sembra invero alquanto azzardato, ma “The Jade Pussycat” resta pur sempre una pellicola dignitosa, con una trama credibile e avvincente e qualche scena di sesso ben fatta anche se di scarso appeal erotico. La storia si concentra intorno alla sparizione di una statuetta cinese del XIII secolo dai misteriosi poteri sessuali trafugata da un museo in Giappone. Johnny Wadd è incaricato di ritrovarla e nel corso delle sue indagini si imbatterà in donne disponibili e in morti ammazzati. Ma andiamo ancora una volta con ordine.


Il film si apre con un uomo che sbarca furtivamente da una nave merci. Si tratta di Paul Wexley (interpretato da Jon Martin). Con sé ha una misteriosa valigetta di pelle nera. Paul si reca in un hotel, il “Mayflower”, dove ad ettenderlo in una stanza trova Jasmine (Linda Wong). Lì giunto, Paul ci svela il contenuto della valigetta. Si tratta di una statuetta di giada raffigurante una gatta trafugata da un museo nipponico e meglio conosciuta con il nome di “The Jade Pussycat”. Jasmine, entusiasta di essere entrata in possesso dell'oggetto, si dà da fare a modo suo per premiare Paul per il buon esito dell'operazione. Gli sbottona quindi i pantaloni ed eseguendo una fellatio. I due poi si spogliano e hanno un rapporto completo. Ma non appena Paul ha raggiunto l'orgasmo, si ritrova con una pistola puntata alla testa. Due cinesi, in combutta con Jasmine, si sono introdotti nella stanza e dopo averlo tramortito con un colpo alla nuca fuggono portando con sé la preziosa statuetta.


Nella scena successiva vediamo Johnny Wadd nel suo ufficio. È al telefono. Lentamente l'inquadratura si allarga e vediamo la sua segretaria Laureen (Paula Wain) intenta ad eseguire una fellatio. Dopo poco bussano alla porta e Johnny si ricompone frettolosamente prima di aprire la porta. Nell'ufficio fa il suo ingresso una donna, Jenny (Jessica Temple-Smith), che scopriamo essere la sorella di Paul. Essa spiega a Johnny che intende assumerlo per rintracciare il fratello scomparso misteriosamente lasciando solo un breve messaggio e una misteriosa chiave. I due escono insieme dall'ufficio e vanno a casa di Jenny per esaminare il messaggio in questione. Si tratta di un foglietto che reca stampigliate le partenze di alcuni voli aerei e su cui è stata vergata a penna la scritta “The Jade Pussycat”. Quanto alla chiave sembra essere quella di una comune cassetta di sicurezza o qualcosa di simile. Nel frattempo, Jenny si è seduta affranta sul letto. Johnny le si avvicina prontamente cercando di consolarla, dapprima con le parole e poi con altri e ben più rodati metodi. Lui le solleva la gonna e inizia ad eseguire un cunnilingus. Poi i due si spogliano e, dopo aver continuato a stimolarsi oralmente, iniziano a fare sul serio. Johnny si stende sulla donna e la penetra. Infine le viene in bocca.

Jasmine è al cospetto di Mueller, un mercante d'arte senza scrupoli di origine tedesca interpretato da Steve Balint. Sono lì per consegnargli la statuetta. Insieme a loro c'è anche la sua donna, Alexandra (Georgina Spelvin). Mueller si accorge però immediatamente che si tratta di un volgare falso e la getta sul pavimento, rompendola. Mueller ordina a Jasmine di trovargli l'originale pena il mancato pagamento di quanto pattuito. Poi esce rabbioso dall'appartamento. Jasmine resta in compagnia di Alexandra e, dopo aver brevemente parlato con lei, inizia a spogliarsi. Le due donne si distendono su un divano nella posizione del sessantanove e iniziano a stimolarsi reciprocamente. Nel frattempo, da dietro una porta socchiusa Mueller assiste compiaciuto alla scena.


Johnny Wadd si reca nell'hotel in cui risiedeva Paul e si fa dare la sua stessa stanza. Una volta all'interno si guarda intorno alla ricerca di indizi utili e trova due spazzolini da denti. Capisce così che Paul non vi alloggiava da solo. D'improvviso bussano alla porta. È Sharon (Bonnie Holiday), la fidanzata di Paul. Vuole indietro i duemila dollari che gli aveva prestato per trafugare dal Giappone la statuetta. È decisa a rimanere nella stanza fino al ritorno di Paul. Johnny le suggerisce un'idea per ingannare il tempo nell'attesa. Inizia a spogliarla e poi le lecca il sesso. Poi tocca a Sharon contraccambiare il piacere prendendosi cura del membro di Johnny. Una volta terminati i preliminari il nostro detective penetra da dietro la donna prorompendo alla fine in orgasmo travolgente.


In un magazzino di Chinatown, Jasmine insieme ai due cinesi tenta di svegliare Paul ancora sotto l'effetto del narcotico per sapere che cosa ne abbia fatto della vera statuetta. Paul inizia a raccontare a Jasmine come sono andati i fatti e accenna a una chiave ma presto riperde conoscenza. Jasmine allora manda uno dei due scagnozzi nella casa che Sharon condivide con la sua amica Cathy (Mimi Zuber) per recuperare la chiave. Una volta giunto nel cortile dell'abitazione, il cinese si avvicina a una finestra e scorge Cathy che si masturba con un vibratore. Lascia che la donna finisca di darsi piacere poi fa irruzione all'interno e la costringe con la forza a confessargli dove si trovi la chiave. Cathy però sostiene che la chiave sia in possesso di Sharon e che quest'ultima sia in procinto di arrivare da lei. L'uomo decide dunque di aspettarla ma prima violenta la donna. Dopo aver raggiunto l'orgasmo ed essersi ricomposto, il cinese si ritrova improvvisamente una pistola puntata alla testa. È quella di Johnny che è entrato nel frattempo nell'appartamento in compagnia di Sharon. Il detective chiede all'uomo cosa ci faccia lì ma, prima di ricevere una risposta, si ritrova a sua volta sotto la minaccia di un'altra pistola. Questa volta si tratta di quella dell'altro scagnozzo che gli intima di deporre l'arma e di alzare le mani a Johnny di deporre l'arma e di alzare le mani. Ma, anche grazie alla complicità di Sharon, la situazione si ribalta e adesso è Johnny a dominare la situazione. Il cinese confessa a Johnny di lavorare per Jasmine e gli svela il luogo in cui si trova Paul.

Johnny si reca nel magazzino dove trova Frankie morto. Ma nel locale c'è qualcun altro oltre al cadavere. Jasmine, sbucata all'improvviso, affronta Johnny con una pistola e lo disarma. La sua intenzione è quella di ammazzarlo, non prima però di essersi fatta consegnare la chiave. Un senzatetto entra in quel momento incautamente nel magazzino. Jasmine spara istintivamente in direzione dell'uomo, uccidendolo. Johnny ne approfitta per strapparle l'arma.

Siamo nuovamente nell'ufficio di Wadd. Laureen gli dice che vorrebbe finire quello che avevano iniziato e inizia ad eseguire una fellatio. I due poi si spogliano e si dirigono verso il divano per fare sesso.

John esce dall'ufficio e si reca in uno spogliatoio. Con la chiave apre uno stipetto e ne estrae una valigetta di pelle nera. La apre e gli appare la vera “Jade Pussycat”. Johnny la prende e se ne va, senza accorgersi però di essere seguito da uno dei due scagnozzi.

Johnny incontra Alexandra nel suo appartamento. La donna, mercante e collezionista d'arte, dice di essere interessata alla statuetta per la propria collezione personale. È pronta a offrire a Johnny ben venticinquemila dollari per averla ma lui rifiuta. La donna allora afferma che se si trovasse l'acquirente giusto se ne potrebbe ricavare una cifra venti volte superiore e propone a Johnny di fare a metà. In risposta, il detective le offre da bere e poi i due iniziano a baciarsi. La donna gli propone di fare sesso e questa volta Johnny accetta l'offerta. I due aprono un divano letto e vi si distendono. La donna inizia ad eseguire una fellatio su Johnny. Una volta eccitato a sufficienza Johnny si distende sulla donna e la penetra davanti. Non pago, la fa girare e si concede anche una penetrazione anale. Dopo aver terminato di fare sesso, con un sotterfuglio la donna riesce a colpire alla testa Johnny e a tramortirlo. Poi gli ruba la valigetta e se va. Ma una volta giunta da Mueller, quest'ultimo ha un'amara sorpresa: la valigetta contiene semplicemente una statuetta di Gesù. Mueller ride e dice: “La terrò come ricordo”, non senza aggiungere subito dopo che prima o poi riuscirà a trovare la statuetta di giada.


Johnny si sveglia ed estrae da un comodino la vera valigetta. La scena finale mostra Johnny vicino al Ponte della Baia. Il detective sentenzia amaramente: “Non importa quanto valga un oggetto, di certo non vale una vita umana. Qualcosa mi dice che dovrei buttare questa statuetta nel fiume ma alla fine io sono solo un essere umano ed essa vale un mucchio di quattrini”.

“China Cat”, diretto l'anno successivo sempre da Bob Chinn, è il sequel di “The Jade Pussycat” ma ne parleremo in una prossima recensione.

SCHEDA TECNICA

The Jade Pussycat
(USA, 1977, 80 min.)
Regia di Bob Chinn
Sceneggiatura di Bob Chinn
Cast: John Holmes (Johnny Wadd) (con il nome di John C. Holmes), Georgina Spelvin (Alexandra), Linda Wong (Jasmine), Steve Balint (Mueller), Paula Wain (Laureen) (con il nome di Christian Sarver), Bonnie Holiday (Sharon), Jessica Temple-Smith (Jenny), Jon Martin (Paul) (con il nome di Lyle Stewart), Mimi Zuber (Cathy), Jimi Lee (Tang), Bob Chinn (Frankie) (con il nome di Daniel Husong), Mark Lewis (Desk Clerk) (con il nome di Mark Ross), Elliot Lewis (il senzatetto) (con il nome di Jon Gimbel)
Prodotto da Damon Christian (con il nome di Richard Aldrich)
Direttore della fotografia Lazlo Crovney

giovedì 19 giugno 2014

Midnight Heat

Roger Watkins è meglio noto, tra gli appassionati del genere horror, per aver diretto nel 1973 “Last House on Dead End Street” con lo pseudonimo di Victor Janos. Ma forse ben pochi di essi sono a conoscenza del fatto che egli si cimentò, sul finire degli anni settanta e per quasi tutti gli anni ottanta, con il genere pornografico. Nell'arco dunque di poco meno di un decennio Watkins continuò a proiettare, così come aveva fatto con “Last House on Dead End Street”, la sua cupa visione della società nelle proprie opere. Tra gli otto titoli all'attivo (tra cui segnalo “Her Name Was Lisa” e “Corruption”), “Midnight Heat” è quello che probabilmente meglio esplicita tale visione. La pellicola racconta le ultime ore di vita di un killer della mafia che, rintanatosi in una squallida stanzetta d'albergo per sfuggire alla vendetta di un boss, è costretto a fare i conti con le scelte autodistruttive che nel corso della propria esistenza lo hanno portato fino al punto in cui ora si trova. Detta così, potreste essere indotti a pensare di non trovarvi di fronte a un film pornografico. Sbagliereste però, perché Watkins non dimentica certo di mostrarci delle scene di sesso nel corso dello sviluppo della trama, solo che esse non spiccano per originalità o erotismo, non si pongono l'obiettivo di stimolare sessualmente lo spettatore quanto invece di mostrare come, in taluni individui, esso possa tradire una volontà di potenza (non a caso il film inizia con una citazione di Henry Miller, “Sex Can Become a Weapon”).


Alan (Jamie Gillis in una delle sue più struggenti interpretazioni) è un killer della mafia che attende il proprio inevitabile destino all'interno di una lurida stanza d'albergo in cui ha trovato rifugio. I suoi timori in effetti sono fondati. Dopo aver eseguito il suo ultimo omicidio su commissione, ha commesso l'errore di andare a letto sia con la figlia (Tish Ambrose) che con la moglie (Dixie Dew) del suo datore di lavoro (Fred Rain), un potente boss newyorkese. La permanenza forzata in questa sorta di sala d'attesa per l'Inferno dovrebbe convincerlo del fatto che egli è l'unico artefice del propro infausto destino, che la sua carica autodistruttiva lo ha portato a ricercare nel sesso unicamente il modo per scalare più velocemente possibile i gradini della propria ascesa criminale, come nel caso del suo incontro con la prostituta Nan (Susan Nero) che ci viene mostrato grazie all'uso del flashback. E tale convinzione sembra in effetti farsi breccia in lui mentre lo vediamo sdraiato nella penombra su uno spoglio letto in acciaio che fa assomigliare la stanza alla cella di una prigione.


Osserva dalla finestra il lento vagare di barboni e di ubriaconi per la strada (reso ancor più inquietante dall'utilizzo della tecnica di ripresa in slow-motion e dalla straziante colonna sonora di James Flamberg). Poi sfoglia le pagine di una Bibbia trovandovi non la salvezza dell'anima ma il biglietto da visita di un'agenzia di escort. Telefona e si fa mandare un paio di ragazze. Quelle che l'agenzia ha scelto per lui hanno caratteri opposti. Alla consumata Shirley (Joey Carson) fa da contrappunto l'inesperta Diane (Champagne). A loro Alan chiede di esibirsi in uno spettacolino saffico conclusosi il quale congeda Shirley e chiede a Diane di restare con lui per parlare. Nonostante i timori dell'altra squillo, la ragazza accetta.


I due iniziano a chiaccherare e tra di loro inizia a instaurarsi una strana dinamica. Entrambi hanno alle spalle un matrimonio fallito (lei con Tom, un killer della malavita interpretato da Michael Bruce, lui con una donna, interpretata da Sharon Mitchell, che lo accusava di essere apatico e di tenere dentro di sé le proprie emozioni). I due, alla fine, finiscono a letto insieme.


Il finale del film è scioccante e sicuramente inusuale per un film pornografico, quanto meno al giorno d'oggi. A terra giace un quotidiano. Sulla prima pagina compare il titolo “Eight Die In Hotel Fire”.

SCHEDA TECNICA

Midnight Heat
(USA, 1983, 78 min.)
Regia di Roger Watkins (con il nome di Richard Mahler)
Sceneggiatura di Roger Watkins
Cast: Jamie Gillis (Alan), Howard Feline (Nick), Dixie Dew (la donna anziana) (con il nome di D.D. Burke), Frederick Rein (il marito) (con il nome di Fred Rein), Tish Ambrose (Susan), Joey Karson (Shirley) (con il nome di Joey Carson), Champagne (Diane), Sharon Mitchell (la moglie di Alan), Michael Bruce (Tom), Susan Nero (Nan) (con il nome di Susie Nero)
Prodotto da Robert Michaels
Direttore della fotografia Larry Revene

domenica 15 giugno 2014

Hot Dreams

Cosa accade quando una moglie intrappolata all'interno della gabbia di un matrimonio senza più stimoli è preda di improvvise e incontrollabili fantasie erotiche? Ce lo racconta Shaun Costello che, sotto lo pseudonimo di Warren Evans, sceneggia, dirige e produce nel 1983 uno degli ultimi film della sua carriera, “Hot Dreams”. Si tratta di un'opera profondamente diversa da quelle che per tutto il corso degli settanta avevano caratterizzato l'attività del regista newyorkese. Basti pensare infatti a titoli quali “Water Power”, “Daughters of Discipline” o “Slave of Pleasure” per rendersi conto di come forse egli abbia troppo a lungo indugiato sull'uso della violenza (dal sadomachismo allo stupro) quale elemento di presunta eccitazione dello spettatore. In “Hot Dreams”, invece, ad andare in scena è l'immaginario erotico femminile e la ricerca del piacere sessuale, quel piacere ancor oggi troppo spesso negato da un mondo maschile e misogino. La sceneggiatura è ben scritta (a parte qualche ingenuità di cui darò conto in seguito) e le scene di sesso sono altamente coinvolgenti. Al fine di rendere appieno l'atmosfera onirica del film, Costello si avvale, quale direttore della fotografia, della collaborazione di Ron Dorfman e sottolinea le scene sessualmente più esplicite facendo un uso non consentito (ma ciò era la norma al tempo della “Golden Age”) del brano “Ommadawn Part One” di Mike Oldfield. Ma Costello non si dimostra solo un attento conoscitore della musica d'avanguardia giacché una delle scene iniziali di “Hot Dreams” (per inciso quella del bagno) è chiaramente una citazione da “Vestito per uccidere” di Brian De Palma.


Lisa Curtis (interpretata da Sharon Mitchell) è una bella donna che vive in uno spazioso ed elegante loft a New York. La sua professione è quella di fotografa erotica, mestiere che le ha regalato nel corso del tempo grandi gratificazioni personali e un indiscusso successo. L'unica nota stonata della sua vita è il marito Bob (Michael Bruce), un noioso ed egoista uomo d'affari. Il film inizia con i due coniugi a letto di primo mattino. Suona la sveglia e Bob, evidentemente eccitato, inizia ad accarezzare languidamente la moglie. Poi si volta verso la sveglia e pensa che sì, c'è tempo per concedersi una sveltina. Ricomincia dunque ad accarezzare Lisa ancora semiaddormentata, le scopre dapprima i seni e poi le natiche. Le sue mani si insinuano tra le gambe della donna. Alle sollecitazioni del marito Lisa sembra iniziare a provare un qualche piacere e, dopo aver spalancato le gambe, offre alla lingua esperta di Bob il proprio sesso umido. L'uomo non si fa certo pregare e inizia a leccarlo con consumata abilità. Dopo poco Lisa è ormai pronta per accogliere dentro di sé il membro di Bob. Ma, con comprensibile disappunto della moglie, egli raggiunge rapidamente l'orgasmo lasciandola insoddisfatta (“Shit!” la sentiamo dire a mezza bocca). Quel che è peggio, se possibile, è che Bob giustifica la sua frettolosità con il fatto che è in ritardo per andare al lavoro e si dirige quindi verso il bagno per farsi la barba. Lì lo raggiunge Lisa che, nel vano tentativo di riaccendere il desiderio nel marito, inizia a masturbarsi nella vasca ad idromassaggio con il bagnoschiuma. Ma l'uomo continua nella per lui più soddisfacente opera depilatoria, lanciando solo di tanto in tanto delle distratte occhiate in direzione della moglie. Improvvisamente, Lisa si sente afferrare alle spalle. Una mano energica le tappa la bocca. Lei tenta inutilmente di divincolarsi, poi alza lo sguardo in direzione dello sconosciuto aggressore e riconosce nel viso sfocato che le si materializza davanti quello di Bob. Ma si tratta semplicemente di una fantasia, di un sogno ad occhi aperti. Il marito è ancora di fronte allo specchio che continua a radersi compiaciuto. Lisa è costretta a soddisfare l'aggressore con un rapporto orale per poi essere presa da dietro con forza. Al termine della fantasia, Bob è ormai pronto per uscire di casa ed esce dal bagno salutando la moglie.


Lisa decide di telefonare alla sua migliore amica Renee (Tiffany Clark) e di confidarsi con lei. Le racconta che ultimamente le capita di essere preda di fantasie piccanti talmente coinvolgenti da non farle distinguere, se non alla fine, se si tratta di realtà o di immaginazione. Renee è affascinata da quanto udito e incoraggia l'amica a raccontarle più dettagliatamente tali fantasie. Le due donne si danno appuntamento in un parco pubblico per continuare la chiaccherata. Qui giunte, Lisa sembra però indecisa se proseguire nelle confidenze ma alla fine cede alle insistenze di Renee e le racconta di un'altra fantasia. Lisa sta partecipando a una elegante cena in compagnia del marito, del suo socio in affari John Van Zandt (Jamie Gillis) e della di lui moglie Ellen (Marlene Willoughby). Mentre i due uomini discutono di noiose questioni societarie, Lisa immagina Ellen semisvestita e in catene. Ben presto i due uomini e la donna spostano la discussione sul sesso e, con la collaborazione di un dotato maggiordomo (Alan Adrian), coinvolgono Lisa in un'orgia che si consuma direttamente sul tavolo imbandito.


Dopo questa confessione, Renee sottolinea che non c'è niente di sbagliato nell'avere delle fantasie. Lisa confida improvvidamente all'amica che Bob è ben dotato e ciò è esattamente quello che Renee si aspettava di sentire, tant'è che chiede a Lisa le chiavi del suo appartamento in prestito senza spiegarle il motivo. Poi le due si salutano e si allontanano. Mentre Lisa si dirige verso il set fotografico che la attende per una sessione di lavoro, Renee si dirige all'appartamento ma, mentre sta camminando per una via, è incuriosita da un telefono pubblico che squilla insistentemente. Decide dunque di rispondere e all'altro capo del telefono ode la voce di un uomo convinto di parlare con la “Weight Watchers Suicide Hotline”. Dopo un attimo di perplessità, Renee decide di assecondare l'anonimo interlocutore che nel frattempo ha iniziato a ordinarle di fare cose estremamente oscene. Renee controbatte all'uomo che sarebbe sconveniente eseguire i suoi ordini in pubblico e, alla sua proposta di spostare la conversazione in qualche altro luogo, decide di lasciargli il numero di telefono di Lisa. Quest'ultima, intanto, è giunta sul suo posto di lavoro. Ma è difficile fotografare tre ragazzi muscolosi (Dave Ruby, Joe Santini e George Payne) che indossano solo degli stringatissimi slip quando si è soggetti a improvvise fantasie erotiche ed ecco quindi che Lisa inizia a fantasticare di fare sesso con loro.


Renee, che nel frattempo è giunta a casa di Lisa, riprende la conversazione telefonica precedentemente interrotta. L'uomo le ordina di cercare uno specchio, operazione che richiede qualche minuto visto che Renee non è pratica della casa. Una volta trovatolo, le viene chiesto di masturbarsi con un dildo. E qui la sceneggiatura mostra qualche ingenuità, giacché la donna in questo caso impiega poco tempo a trovare l'oggetto che di per sé non dovrebbe fare bella mostra di sé in una casa. Mentre l'uomo le sciorina una serie di volgarità, Renee si masturba e si eccita a tal punto da non accorgersi del rientro di Bob nell'appartamento. L'uomo, piacevolmente sorpreso dalla scena che gli si mostra innanzi, decide lesto di approfittarne e i due, sempre sotto la regia dell'anonimo telefonista, fanno sesso sul divano. Una volta concluso il rapporto, Renee confida a Bob quel che sta accadendo alla moglie e gli consiglia di mostrarsi più disponibile con la donna. L'uomo, che inizialmente sembra non voler credere a quanto gli viene raccontato (“Oh, no, non mia moglie…”) decide infine di raccogliere il consiglio di Renee organizzando per la consorte un'orgia.


Mentre tutto ciò accade, Lisa è intanto alle prese con l'ennesima fantasia. Recatasi in una palestra per un massaggio rigenerante immagina di fare sesso con la procace massaggiatrice (Anna Ventura) e con altri tre clienti (due donne e un uomo, tra cui Joanna Storm). Ormai Lisa è pronta per quel che il marito ha in serbo per lei. Vediamo così i due recarsi al molo e salire su un lussuoso motoscafo che di lì a poco salpa per un giro nella baia di New York. Mentre sullo sfondo appare lo skyline della città con le torri gemelle e la Statua della Libertà, Lisa e l'amica del capitano di bordo Maxine (Sharon Kane) hanno iniziato ad amoreggiare. Alle due donne si aggiungono ben presto anche Bob e lo stesso capitano (Ashley Moore). L'armonia è dunque tornata in seno alla coppia e forse Bob ha smesso di vestire i panni dell'idiota.
Renee sta camminando per strada e, proprio mentre si trova a passare davanti alla stessa cabina telefonica di qualche giorno prima, sente nuovamente squillare il telefono. La donna si precipita a rispondere pensando che si tratti ancora del misterioso uomo ed invece dall'altra parte sente la voce di Bob che, dalla barca, le accenna brevemente a quanto è appena successo (strani i telefoni pubblici di New York…). Dopo essersi salutati ed aver riagganciato, Renee sente nuovamente squillare il telefono. E questa volta è proprio lui, l'uomo misterioso.

SCHEDA TECNICA

Hot Dreams
(USA, 1983, 84 min.)
Regia di Shaun Costello (con il nome di Warren Evans)
Sceneggiatura di Shaun Costello
Cast: Sharon Mitchell (Lisa Curtis), Michael Bruce (Bob Curtis), Tiffany Clark (Renee Altman), Jamie Gillis (John Van Zandt), Marlene Willoughby (Ellen Van Zandt), Ashley Moore (il capitano di bordo), Sharon Kane (Maxine) (con il nome di Sharon Cain), Anna Ventura (la massaggiatrice), Joanna Storm (una delle clienti della palestra), Alan Adrian (il maggiordomo), Dave Ruby (un modello), George Payne (un modello), Joe Santini (un modello)
Prodotto da Shaun Costello (con il nome di Warren Evans)
Direttore della fotografia Ron Dorfman (con il nome di Art Ben)