mercoledì 29 gennaio 2014

Lialeh

“Lialeh” è considerato il primo film hard “nero” per quanto non tutti gli attori siano di origine afroamericana. Ciò che però lo rende davvero meritevole di essere visto è più che altro l'ottima colonna sonora funky realizzata da Bernard Lee "Pretty" Purdie, un percussionista che può vantare collaborazioni con Miles Davis, Curtis Mayfield, Aretha Franklin, The Last Poets (ottimi, ve li consiglio spassionatamente), The Rolling Stones, James Brown, The Beatles, Hall and Oates, B.B. King, Steele Dan (può bastare?).


Realizzato da Barron Bercovichy narra la storia di Lialeh (Jennifer Leigh), una giovane donna in cerca di lavoro nella Grande Mela. Riuscirà a trovarlo nel locale di Arlo dove si esibirà come cantante e ballerina. Il resto del film è un susseguirsi di situazioni che vedranno coinvolti Lilaleh e Arlo. Le copie in circolazione lasciano molto a desiderare in quanto a qualità ma va considerato che questo film risale al 1974 e che, soprattutto, non ha goduto di grande distribuzione in seguito. Ma, ripeto, va apprezzato principalmente per la colonna sonora. Ora io non so se è vero quanto afferma la vulgata popolare, e cioè che i neri siano maggiormente dotati della virtù meno apparente rispetto ai bianchi, certo è che il funky lo suonano decisamente meglio.

SCHEDA TECNICA

Lialeh
(USA, 1974, 76 min.)
Regia di Barron Bercovichy
Sceneggiatura di Barron Bercovichy
Cast: Jennifer Leigh (Lialeh), Lawrence Pertillar (Arlo), Darryl Speer (Chasin), John D. Montgomery (il prete).
Prodotto da Kenneth Elliot e Lewis Jackson
Direttore della fotografia Paul Goldsmith

Sexcapades

“Sexcapades” è uno dei primi titoli che negli anni ottanta segna il nuovo corso pornografico di Ronald Sullivan (che da quel momento in poi utilizzarà lo pseudonimo di Henri Pachard). Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta Sullivan aveva diretto una serie di film sul genere sexploitation. “Babylon Pink” fu l'esordio nell campo dell'hard, cui faranno seguito altri cinque o sei titoli (tra cui il sequel di “The Devil in Miss Jones” e “Mascara”) prima di giungere a girare nel 1983 il film che mi accingo oggi a recensire. “Sexcapades” è, a suo modo, un film intelligente, che getta uno sguardo critico sul mondo del cinema hard e indaga su un sentimento raramente da questo rappresentato, ovvero la gelosia. Ma “Sexcapades” ha l'indubbio merito di trattare questi temi con ironia e leggerezza. La sceneggiatura è ben scritta, la macchina da presa è usata con maestria professionale e gli attori e le attrici sono credibili nelle loro parti (su tutti sottolineo Sharon Mitchell). Purtroppo, come spesso accade per i film della “Golden Age of Porn”, non esiste una versione doppiata in italiano (o almeno non che io sappia). È ciò si rivela essere un gap perché i dialoghi sono in questo caso un elemento centrale del film, al pari delle scene di sesso. Non essendo un gran conoscitore della lingua inglese, ammetto di aver dovuto attingere ad altre recensioni sul web per ricostruire alcuni dialoghi che di primo acchito non ero riuscito a comprendere appieno. Fatta questa ammissione, passo ora alla trama.


Il film si apre con Yvonne (Joanna Storm) e Billy (Alan Adrian) che si stanno sottoponendo a un provino nell'ufficio del produttore Lorraine Loveborn (Lee Carroll) e del regista e suo ex-marito Harry Crocker (Eric Edwards). La coppia di aspiranti attori cerca di mostrare le proprie capacità interpretative ma il risultato è a dir poco comico. Yvonne prima esegue una fellatio (“Vedete come tengo stretta la base del suo cazzo? Rimarrà duro per tutto il tempo che voglio…” commenta), poi si mette a cavalcioni dell'uomo (non prima però di aver posizionato sotto le ginocchia dei calzini per evitare di arrossarsele), infine costringe il partner stremato a ritardare l'orgasmo pur di poter mostrare altre posizioni. Il tutto tra telefoni che squillano, segretarie che entrano ed escono dall'ufficio scavalcando i due e sotto lo sguardo perplesso dei due esaminatori.


Lorraine e Harry sono in macchina per le strade di New York. Apprendiamo dal loro dialogo che il regista si era ritirato sette anni prima dall'industria del porno per rifarsi una “verginità” nel campo dei documentari in presa diretta. Ma le cose non sono andate come egli sperava e, a parte qualche riconoscimento ottenuto, le sue finanze non gli consentono di proseguire oltre. Ha dunque accettato l'offerta di Lorraine di girare un ultimo porno in cambio di un bel po' di soldi.
È sera e Harry è a casa in compagnia della moglie Miriam. I due discutono. La donna non è d'accordo con la scelta di Harry, soprattutto dopo che questi le comunica che il film sarà girato nella loro casa. Una volta sotto le lenzuola, Harry tenta un approccio sessuale con la moglie che si dimostra alquanto pudica.
Harry: Forza, apri le gambe!
Miriam: Perché?
Harry: Perché ho il cazzo duro e gonfio.
Miriam: Non parlare così!
Harry: Così come?
Miriam: Con questo linguaggio sconcio.
Harry: (canzonandola) La mia virilità, fieramente eretta, desidera immergersi nei suoi celestiali segreti… Il mio galletto è pronto a fare chicchirichi… Il mio soldato è in piedi sull'attenti con il desiderio di…
Miriam: di…?
Harry: …succhiarti la figa!
Miriam: Zitto, che svegli la cameriera!
Ad un certo punto Miriam chiede al marito: “Non possiamo fare l'amore?” e lui, di rimando: “”Ti amo, ora scopami!”. Ma quando l'uomo prova a inserirle un dito nell'ano la donna si ritrae. Dopo un po' Harry tira fuori il suo membro dal sesso della moglie e le viene sulle natiche. “Perché l'hai tolto?” domanda Miriam. “Non lo so…” risponde Harry. I loro desideri evidentemente non coincidono più, ciò che da questo momento in poi seguirà non farà altro che allontanarli sempre di più.
La mattina successiva Miriam propone a Harry di utilizzare uno pseudonimo per firmare il film. “Sono un regista! Non posso usare un nome diverso!”, risponde Harry. “Ma si tratta di un porno, di un film in fondo…”, ribatte Miriam.
Bridget (Sharon Kane) si presenta a casa Crocker per un provino. Ad aprirle la porta è la cameriera Mi Ting (Mai Lin) che, sorpresa, apprende che la ragazza è lì per il posto di cameriera. Si tratta evidentemente di un equivoco e Bridget rassicura Mi Ting che si tratta soltanto di un ruolo cinematografico. Una volta al cospetto di Harry, Bridget snocciola il suo curriculum: “Ho girato alcuni loop a San Francisoo… Ho succhiato il cazzo di Johnny…”. Ma Harry la interrompe, non è interessato all'esperienza passata della ragazza né tantomeno alla sua offerta di fargli una fellatio in bagno. Pretende solo che lei legga il copione relativamente alle parti che la riguardano. Ma Bridget pecca nella recitazione e alla fine Harry decide di non scritturarla.


È giunto finalmente il giorno dell'inizio delle riprese. Il set viene allestito mentre Harry (che occorre leggere come alter ego di Henri Pachard) si trova subito posto di fronte a un problema: il copione prevede una scena di sesso tra Byron (Michael Bruce) e la sua cameriera Felicia (Ashley Wells) ma i due attori si dimostrano goffi e dimenticano addirittura le battute.
Byron: (gridando) Oui! Oui!
Felicia: Ma non sei ancora entrato dentro!
Harry fa notare che “nessun uomo si sognerebbe di scopare la propria cameriera in bagno quando questa è intenta a pulire le piastrelle”.
Ad un certo punto si ode una voce fuori campo: “Harry, guarda i lividi sul culo di Felicia! Trucco, dov'è il trucco?” (per inciso il ruolo della truccatrice è interpretato dalla mitica Candida Royalle).
Alla fine Byron tira fuori il suo membro e viene sulle natiche dell'attrice. Harry si accascia sul divano e, rivolgendosi a Lorraine, commenta: “L'ha tirato fuori e le è venuto sul culo! Ma chi lo farebbe? Questo non accade nella realtà!” (che poi è ciò che aveva fatto con la moglie la sera prima…). Alle riprese ha assistito una sempre più interessata Mi Ting.
Bridget si reca nell'ufficio di Lorraine per lamentarsi di non essere stata scelta per il ruolo della cameriera. Ad un certo punto il produttore tira fuori da un cassetto della scrivania uno strap-on e lo porge a Bridget chiedendole: “Come ci si sente con un cazzo?”. Imponendo alla ragazza il ruolo del maschio, Lorraine intende evidentemente spiegarle come dovrebbe muoversi sul set ma, in realtà, la donna coglie anche l'occasione per dare sfogo alle sue fantasie di sottomissione.
“Capisci cosa vede un uomo quando una donna gli succhia il cazzo?”, domanda Lorraine dopo aver eseguito una fellatio sul membro di gomma che indossa Bridget.
“Afferralo e fatti una sega, come un uomo”, continua Lorraine prima di ordinare a Bridget di prenderla da dietro. La scena è altamente erotica per quanto rivelatrice di un disturbo della personalità che Lorraine evidentemente vive. Alla fine del rapporto una Bridget molto più consapevole di sé e delle proprie capacità amatoriali commenta: “È stato incredibile, eccitante. Non l'avrei mai immaginato…”
Bridget ha ottenuto finalmente l'agognata parte e la ritroviamo sul set intenta a recitare attorniata dalla troupe. La scena è commentata fuoricampo da una rauca voce femminile. Ad un certo punto compare Miriam che, rivolgendosi al marito, sibila: “Harry, puoi dire loro di non scopare sulla poltrona? L'ho appena pulita”.
La mattina dopo i due discutono nuovamente.
Miriam: Non ne posso più… sai una cosa Harry, mi fai schifo…
Harry: Vaffanculo!
Miriam: Che cosa hai detto?
Harry: Ma insomma, che dovrei fare? Ammettere che sono un miserabile, che mi fa schifo il lavoro che faccio? Beh, lascia che ti dica una cosa Miriam: sarà un film fantastico.
Miriam: ma è solo un film del cazzo, un porno di merda.
Harry: Solo questo ci vedi? Non pensi che possa cambiare le pesone, eccitarle? Non c'è nulla di sbagliato in tutto ciò e potrebbe rivelarsi per te di un'esperienza nuova…
Miriam: Cosa stai cercando di dirmi? Che sono frigida?
Harry: diciamo che non sei esattamente quella che si potrebbe definire una donna orgasmica…
Miriam: (andandosene) Vaffanculo!


Maryanne (Tiffany Clark) si lamenta per i costumi e chiede a Harry di incontrare prima il proprio partner. Ma il regista non vuole: “Tesoro, devo tenerti lontana da lui… nella storia i due personaggi non si incontrano fino al momento in cui fanno l'amore”.
Alex, il partner di Maryanne (George Payne) fa la sua comparsa in scena. Indossa un accappatoio blu, quello di Harry. “L'ho trovato in bagno…” si giustifica.
I due attori si distendono sul letto e iniziano a fare sesso con passione. Harry è vicino a loro, suggerisce posizioni e mimica facciale. Ad un certo punto Maryanne avvolge le braccia intorno al collo di Harry e lo bacia. Alla scena assiste una sempre più infuriata Miriam. Harry la guarda e sogghigna.
Il giorno dopo Miriam si rivolge al marito con queste parole: “Tu non stai facendo questo film per soldi”, poi esce di casa per andare a fare compere. Harry, ancora in pigiama, sale al piano di sopra. Nota Mi Ting in bagno, inginocchiata in terra per pulire le piastrelle. Entra, accarezza il volto della ragazza e poi la invita a succhiargli il membro. Mi Ting esegue docilmente. Poi la solleva e la adagia sul lavandino. La penetra. Per tutta la scena i due rimangono vestiti. Poi nuovamente si fa succhiare il membro. Proprio in quel momento Miriam, rientrata prima del previsto in casa, li scopre in quella compromettente situazione.


Mi Ting scappa di casa mentre Miriam e Harry litigano. La donna urla che non finirà mai di girare il film, di sicuro non in quella casa prima di intimargli di andarsene per sempre. Harry, dopo aver gironzolato con una valigia per le strade di New York (ad un certo punto passa accanto a un cinema in cui proiettano tre film pornografici, “Morning Touch”, interpretato da Sharon Mitchell, “Hot Babes” e “Bad Little Girl”) si reca a casa della ex-moglie Lorraine. I due si distendono sul divano e Harry racconta alla donna quanto è accaduto. Ad un certo punto appare Mi Ting non più vestita da cameriera ma con indosso un tipico vestitino orientale di seta rossa. Offre ai due da bere, poi insieme a Lorraine inizia a fare sesso con Harry. Ma si tratta soltanto di una fantasia dell'uomo che, ridestatosi, osserva con interesse le due donne prima di abbandonarsi insieme a loro e senza più inibizioni di sorta ai piaceri della carne.

SCHEDA TECNICA

Sexcapades
(USA, 1983, 85 min.)
Regia di Henri Pachard
Sceneggiatura di R. Allen Leider e Henri Pachard
Cast: Sharon Mitchell (Miriam), Eric Edwards (Harry), Lee Carroll (Lorraine), Mai Lin (Mi Ting), Sharon Kane (Bridget), Tiffany Clark (Maryanne), Joanna Storm (Yvonne), Ashley Welles (Felicia), Alan Adrian (Billy), Michael Bruce (Byron), George Payne (Alex), Candida Royalle (la truccatrice), Henri Pachard (un imbroglione di strada).
Prodotto da David Stone
Direttore della fotografia Ron Dorfman (con il nome di Art Ben)

venerdì 24 gennaio 2014

Boogie Nights e gli altri


Dai film della “Golden Age of Porn” ai film sulla “Golden Age of Porn”. Questo il passaggio che oggi intendo proporre ai lettori e alle lettrici di questo blog. Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, non sono state poche le pellicole ispirate all'epopea e ai protagonisti di quel fenomeno sociale. Le righe che seguono vogliono essere una rapida panoramica a volo d'uccello (senza alcun doppio senso beninteso) sui titoli a mio avviso più significativi prodotti in questi ultimi anni. Parto dunque da “Boogie Nights - L'altra Hollywood”, scritto e diretto nel 1997 da Paul Thomas Anderson, che racconta l'ascesa e il declino di un giovane attore porno in California a cavallo tra gli anni settanta e ottanta liberamente ispirato alla figura di John Holmes. Sempre a proposito di quest'ultimo, non si può non citare “Wonderland - Massacro a Hollywood”, diretto da James Cox nel 2003, incentrato su una vicenda di sangue che coinvolse il “Re del Porno” (interpretato da un ottimo Val Kilmer) sul finire della sua carriera. “Rated X - La vera storia dei re del porno americano”, interpretato e diretto da Emilio Esteez, racconta invece la storia dei due fratelli Jim e Artie Mitchell, del loro difficile rapporto con il padre ma, anche, della realizzazione del loro film di maggior successo, “Behind the Green Door”. Un'altra pellicola, uscita l'anno scorso, è “Lovelace” diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman che tratta la storia vera di Linda Lovelace, la celebre protagonista di “Deep Throath”. Segnalo, infine, il cortometraggio “The Dirk Diggler Story” diretto da Paul Thomas Anderson nel 1988 che è una sorta di anticipazione di “Boogie Nights” Buona visione a tutti/e.

giovedì 23 gennaio 2014

Les enfilées

Uno dei migliori titoli di Alpha France, la casa di produzione cinematografica francese fondata nel 1972 da Francis Mischkind. Protagonisti, tra gli altri, la bionda e statuaria Brigitte Lahaie (in questo caso eccezionalmente mora), la conturbante Morgane e un tris di attori (Alban Ceray, Richard Alan e Dominique Aveline) che, insieme a Jean-Pierre Armand, erano soprannominati i “Quattro Moschettieri del Porno”. “Les enfilées” (noto anche con il titolo di “Les soirées d'un couple voyeur”) narra le vicende di una coppia decisa a rendere più piccante il proprio mènage sessuale passando attraverso giochi sempre più perversi che, di esperienza in esperienza, li trasformeranno da semplici guardoni a scambisti. Il regista Jean-Claude Roy fa un gran uso di specchi e, contrariamente ad altre sue opere dello stesso periodo, limita a non più di tre o quattro elementi le scene di sesso di gruppo. La fotografia è curata dall'ottimo Robert Millié e le scenografie rendono al meglio l'ambiente borghese in cui l'intera vicenda si svolge. Insomma, da ogni punto di vista “Les enfilées” può essere considerato come un eccellente viatico per una serata ad alta tensione erotica.


La trama. Alban Ceray, il marito, fa ritorno a casa e si mette a sfogliare alcune riviste pornografiche. Ha con sé un regalo per la moglie (Morgane), un completino sexy. Lei si ritira in un'altra stanza per indossarlo mentre Ceray si spoglia e colloca uno specchio davanti al divano. Morgane rientra in scena e inizia a praticare una fellatio. I due si osservano allo specchio e l'eccitazione cresce. Ora Morgane è a cavalcioni di Ceray, le spalle rivolte verso di lui. L'uomo affonda il suo membro nel sesso della moglie. Poi la prende da tergo. Morgane è a pochi centimetri dallo specchio. Inizia a leccarlo con voluttuosità. Ceray viene, copiosamente, sulla superficie che riflette i loro corpi. Morgane lecca avidamente lo sperma del marito. I due si distendono, apparentemente esausti, sul tappeto. Morgane inizia a masturbare il marito mentre i due si confidano reciprocamente le proprie fantasie sessuali. Ad entrambi piacerebbe fare sesso con altri partner. Ceray, eccitato, viene nuovamente.


L'uomo rientra nuovamente in casa. Ha acquistato alcune riviste di annunci erotici ed inizia a leggerle insieme alla moglie. Decidono di rispondere ad alcuni di essi. La scena cambia. Ceray è solo in casa. Sta lavorando a un disegno tecnico (dal che se ne desume che la sua professione sia quella di architetto). Squilla il telefono. È Morgane che gli annuncia che sta per fare rientro in compagnia. Ceray si alza e si nasconde dietro un porta. Dopo pochi minuti Morgane entra in casa, scambia due battute con il marito e subito dopo fa la sua comparsa un ragazzo che indossa un t-shirt con su scritto “Rocky”. Rocky si dimostra timido ed inesperto. Confessa a Morgane di essere vergine e di aver compiuto diciotto anni solo il giorno prima. A queste parole, la donna inizia a spogliarsi e si offre come regalo di compleanno al ragazzo. Sotto lo sguardo eccitato di Ceray, sempre al riparo dietro la porta, i due amnti iniziano a masturbarsi a vicenda. Ma tanta è l'eccitazione e l'inesperienza del ragazzo che questi viene immediatamente nella bocca di Morgane. La donna si distende sul divano, accoglie Rocky tra le sue braccia e il suo membro nuovamente tornato turgido. Il ragazzo penetra Morgane con maggiore sicurezza per poi abbandonarsi a un altro orgasmo. Nello stesso istante, anche Ceray ha una eiaculazione.
Il giorno successivo marito e moglie ricevono una lettera. Un certo Frédéric invita la donna a casa sua per condividere un incontro amoroso. Non aggiunge altre parole. Morgane e Ceray si consultano e decidono di recarsi insieme all'appuntamento. Morgane suona al campanello della porta del misterioso amante. Le apre un uomo barbuto che indossa una vestaglia e dei guanti bianchi. La donna entra nell'appartamento ma ha cura di lasciare socchiuso l'uscio in modo da poter consentire al marito di introdursi di nascosto nell'appartamento. Ceray ha con sé un super 8. Si nasconde dietro uno specchio ovale in camera da letto, pronto a filmare. I due amanti si distendono sul talamo. L'uomo indossa uno strap-on che poi porge a Morgane. La donna inizia a masturbarsi con il fallo di gomma. I due, guardandosi allo specchio, si masturbano solitariamente. Poi Frédéric fa girare Morgane e la penetra da dietro. Dopo un po' le è sopra, affonda ancora qualche colpo prima di venire sul suo grembo. Morgane si alza e si struscia sullo specchio, sporcandolo del seme dell'amante. Ceray continua a riprendere di nascosto. Poi il marito ripone la cinepresa in una sacca e si allontana non visto dall'uomo con i guanti bianchi. Morgane e Ceray sono ora sul divano di casa. Guardano il filmino appena girato. Si eccitano e iniziano a fare sesso.


Il postino recapita un'altra lettera. Questa volta è indirizzata a Ceray. All'interno è contenuta una foto di una donna bionda. Nella lettera che la accompagna si invita l'uomo a recarsi in un appartamento del centro nel caso egli fosse eccitato all'idea di fare sesso in un bagno. Anche in questo caso la coppia accetta di vivere la nuova esperienza. Ceray si reca dunque all'appuntamento in compagnia della moglie. Stessa tecnica di prima seppur a parti invertite. L'uomo entra nell'appartamento e lascia l'uscio socchiuso. La bionda, che ha fatto indossare a Ceray un preservativo, inizia a masturbare con la bocca Ceray mentre Morgane riprende di nascosto la scena con la cinepresa. L'uomo viene nel preservativo, la donna glielo sfila e ne beve il contenuto. Poi i due si immergono nella vasca da bagno e fanno sesso. Alla fine la donna chiede, ed ottiene, di essere masturbata con il manico di una spazzola in plastica. Ceray raggiunge la moglie che nel frattempo è scesa in strada ad aspettarlo. I due tornano a casa e, eccitati dai momenti appena vissuti, fanno sesso.


Nuova lettera e questa volta è per Morgane. La si invita a un incontro amoroso per il giorno successivo, senza maggiori dettagli. L'indomani la donna si reca all'appuntamento. Ceray rimane a casa a lavorare. Il postino ha recapitato un'altra lettera ma l'uomo decide di aprirla più tardi. Morgane è giunta all'appuntamento. Ad attenderla, distesa su un letto circolare, una donna bruna (Brigitte Lahaie, che inossa una parrucca). La donna chiede a Morgane se è delusa, se si aspettasse un uomo e che se accetterà di restare sa per quale motivo lo farà. Morgane accetta e le due donne si spogliano e iniziano reciprocamente a masturbarsi. Il letto comincia a ruotare. Le due donne si masturbano insieme con un fallo di gomma bifronte.
Ceray ha deciso di aprire la lettera. Un uomo gli chiede di incontrarsi perché intende offrirgli sua moglie. Lui si limiterebbe a guardare ed eventualmente a partecipare solo su invito esplicito di Ceray. Il nostro architetto decide di accettare la proposta. Marito e moglie arrivano nell'appartamento accolti dai modi garbati del padrone di casa. La donna rimane però in silenzio lasciando che sia il marito ad esprimersi. Fatte le presentazioni, la donna inizia una fellatio su Ceray. Poi i due si spogliano e fanno sesso sul divano. Improvvisamente fa la sua comparsa in scena il marito di lei. È vestito da donna e truccato. Si masturba davanti ai due amanti poi lei gli prende il membro in bocca. Ceray nel frattempo viene sul ventre della donna. Cambio di posizione. Lei si accuccia sul sesso di Ceray mentre il marito la prende da dietro. L'uomo le eiacula sulle natiche. Prima di congedarsi, questi spiega che Ceray che la moglie è rimasta per tutto il tempo in silenzio non perché sia muta bensì perché lei riserva solo al consorte l'esclusività di udire la sua voce. Anche lui vuole concedersi il privilegio di essere possessivo in qualcosa.
Ceray è rimasto solo. Si accomoda sul divano, beve qualche sorso di “Ballantine's” e si addormenta. Sogna Morgane che, inginocchiata, lecca il suo membro e quello di Rocky. Viene risvegliato dal rientro della moglie. Non è sola. Insieme a lei c'è la donna bruna. I tre iniziano a fare sesso. Brigitte Lahaie prende in bocca il membro di Ceray, poi le due donne si distendono sul tappeto e iniziano a leccarsi mentre Morgane masturba con una mano il marito. La Lahaie si è messa a cavalcioni di Ceray, dandogli le spalle. L'uomo la penetra mentre Morgane gli succhia i testicoli. Ceray viene sul ventre della Lahaie e la moglie si affretta a leccare tutto lo sperma dal membro del marito. Le due donne si distendono nuovamente a terra, una sopra l'altra, sfregando i loro corpi. Ceray le riprende con la cinepresa, poi si unisce a loro ed entra da dietro nella vagina della Lahaie. Al termine la donna confida alla coppia di essere interessata a fare sesso solo con donne e non con coppie ma che, in questo caso, ha deciso di fare un'eccezione. Seguono languidi baci in bocca intervellati al racconto di esperienze, poi la donna si china su Ceray e inizia a masturbarlo con la bocca. Suonano alla porta. È Rocky. Morgane comunia la notizia al marito che si dimostra entusiasta all'idea di coinvolgere il ragazzo in un gioco a quattro. Morgane si infila uno strap-on e va ada aprire la porta al giovanotto. Questi si siede dapprima sul divano, un po' imbarazzato. Osserva la Lahaie che a poca distanza e distesa su Ceray si fa penetrare da dietro da Morgane. Poi la bruna si protende verso la patta del ragazzo, estrae il suo membro e inizia a succhiarlo. Anche Morgane la imita con il proprio marito. Gli uomini vengono. I quattro bevono qualcosa insieme e discorrono amabilmente dell'esperienza appena vissuta. Poi le due donne si infilano un soprabito sui corpi nudi e si allontananano per andare a rimediare la cena in qualche posto ancora aperto. I due uomini si confidano. Rocky confessa a Ceray di essersi innamorato di sua moglie. L'uomo, di rimando, gli spiega le regole del gioco.
Improvvisamente Morgane rientra a casa e dice che un uomo le ha scambiate per prostitute. Invita il marito e il ragazzo a nascondersi dietro una porta e ad assistere a quel che accadrà. Gli uomini eseguono i voleri della donna. Dopo pochi istanti la Lahaie entra con un uomo elegantemente vestito. Le due donne si spogliano e inziano a soddisfarlo con la bocca. Poi si distendono sul tappeto e si concedono qualche istante di amore saffico. Mentre Ceray e Rocky si masturbano, l'uomo soddisfa prima Morgane e poi la Lahaie. Alla fine l'uomo si riveste, chiede quanto vogliono per la loro prestazione ma le due donne rispondono negativamente (“Quando ce ne sarà bisogna ci troverà qui, gratuitamente”, “Ma non è possibile, è uno scherzo, allora non siete delle prostitute!?”, “Questo rimarrà un mistero…”). L'uomo si allontana e Ceray e Rocky si ricongiungono alle due donne. Ridono insieme di quanto è successo, poi la Lahaie e Morgane iniziano a masturbare con la bocca i due.


Marito e moglie sono distesi sul divano, soli. Hanno ancora da leggere alcune lettere. Decidono di farlo il giorno dopo. Hanno ancora molto da fare questa notte…

SCHEDA TECNICA

Les enfilées
(Francia, 1980, 79 min.)
Regia di Jean-Claude Roy (con il nome di Patrick Aubin)
Sceneggiatura di Jean-Claude Roy (con il nome di Patrick Aubin)
Cast: Alban Ceray (il marito), Morgane (la moglie), Brigitte Lahaie (la donna nel letto girevole), Dominique Aveline (l'uomo dai guanti bianchi), Brigitte Verbecq (la donna nel bagno), Rocky (il verginello), Jacques Gatteau (Yves) (con il nome di Jacques Gato), Valérie Martin's (la donna silenziosa), Richard Allan (l'uomo dell'ultimo appuntamento).
Direttore della fotografia Robert Millié (con il nome di Pierre Robès)

martedì 21 gennaio 2014

Boys in the Sand

Se il 1968 fu l'anno in cui la televisione americana mostrò per la prima volta al pubblico la scena di un bacio interrazziale (accadde in un episodio della serie televisiva “Star Trek”), il 1971 fu invece quello in cui una pellicola esibì scene di sesso interrazziale tra due uomini. Il film in questione si intitolava “Boys in the Sand”, un lungometraggio dalla trama esile ma al tempo stesso estremamente delicato nel rappresentare esplicitamente l'amore tra individui appartenenti allo stesso genere.


Girato da Wakefield Poole, un ballerino e coreografo originario della Florida, “Boys in the Sand” fu il primo film gay a raggiungere il successo al botteghino. Realizzato nell'arco di tre settimane con un budget di 8.000 dollari e accompagnato da una abile campagna promozionale e da positive recensioni sul “New York Times” e “Variety”, il film è una raccolta di tre segmenti che descrivono le avventure sessuali di Casey Donovan (un ragazzone vagamente somigliante a Robert Redford) sulla spiaggia newyorkese di Fire Island, luogo notoriamente frequentato dalla comunità gay. L'evidente mancanza di una sceneggiatura lineare è dovuta al fatto che inizialmente Poole non aveva una idea ben chiara di ciò che volesse realizzare; solo dopo aver girato il primo segmento nel corso di un breve soggiorno sull'isola, confortato dal risultato, si risolse a realizzare i successivi. L'approccio alla macchina da presa è un po' pioneristico, ma qua e là è possibile apprezzare uno stile di regia che deve molto, a mio avviso, ad Andy Warhol, Jean Cocteau e alle avanguardie artistiche dell'epoca. A parte un commento fuori campo non ci sono dialoghi. Il che aggiunge più che togliere.


Il titolo è un riferimento a “The Boys in the Band” (meglio noto in Italia con il nome di “Festa per il compleanno del caro amico Harold”, il primo film in assoluto a trattare il tema dell'omosessualità). La pellicola incassò 25.000 dollari nella sola prima settimana di programmazione e ben 140.000 nei sei mesi successivi nei cinema di tutto il mondo. Dopo averlo girato, Poole dichiarò che aveva voluto realizzare un film in cui gli omosessuali potessero orgogliosamente rispecchiarsi, senza sensi di colpa. Non mancano in effetti velati riferimenti alle lotte portate avanti in quegli anni dal movimento di liberazione omosessuale americano.


Bayside: nel primo segmento il barbuto Peter Fisk (nella vita reale il compagno di Poole) passeggia lungo i sentieri cespugliosi dell'isola. Raggiunge una spiaggia. Si spoglia e inizia a prendere il sole sdraiato su una coperta. Improvvisamente, dall'acqua emerge la nuda figura di Casey Donovan. Questi si dirige correndo verso Fisk il quale, una volta trovatoselo davanti, nella sua statuaria bellezza, gli pratica una fellatio. Poi Donovan conduce l'amante tra le frasche, lega un cinturino borchiato alla base del pene di Fisk e ricambia quanto prima ricevuto. I due continuano per un po' a cimentarsi con il sesso orale prima di abbandonarsi alla penetrazione. Ora Fisk si toglie il cinturino, lo lega al polso di Donovan e si allontana correndo. Donovan lo vede allontanarsi tra le acque, poi ne raccoglie i vestiti abbandonati sulla sabbia, li indossa (come volesse assumere l'identità dello sconosciuto) e si incammina lungo la spiaggia.


Poolside: nel secondo episodio Donovan sta leggendo un giornale sul molo (il titolo in prima pagina sembra far riferimento ai riots che in quel periodo opponevano la polizia ai manifestanti gay in lotta). Egli torna a casa, si spoglia e si siede a bordo piscina continuando a leggere il giornale. La sua attenzione è attratta da un annuncio. Decide di rispondere anche se non è chiaro a chi. Dopo aver redatto la lettera, si riveste ed esce per andare a imbucarla. Dopo alcuni giorni (lo capiamo grazie a una inquadratura che mostra i fogli di un calendario deteriorarsi rapidamente in terra), Donovan riceve un pacchetto. All'interno trova una tavoletta. La esamina con attenzione e poi la getta nella piscina. L'acqua inizia a ribollire e dal fondo emerge il moro Danny Di Cioccio. I due iniziano a masturbarsi reciprocamente, poi si accoppiano ripetutamente. La scena si conclude con i due uomini che prima scherzano in acqua e poi si allontanano mano nella mano lungo una passerella che porta al molo. Peter Fisk, che stringe tra le mani una copia del giornale che Donovan stava leggendo all'inizio del segmento, li osserva e poi si allontana.


Inside: nel terzo ed ultimo segmento Donovan si sta facendo pigramente la doccia. All'esterno della casa si aggira un operaio afroamericano dell'azienda telefonica intento evidentemente a riparare un guasto. Donovan lo osserva dalla finestra. Anche l'operaio lo vede. Il resto del segmento non è altro che la fantasia di Donovan di fare sesso con lo sconosciuto utilizzando un enorme dildo nero. La scena finale ci mostra Donovan che, destatosi dal suo sogno ad occhi aperti, scende le scale interne dell'abitazione e trova l'oggetto del suo desiderio piantato davanti alla porta d'ingresso. Donovan lo guarda maliziosamente, sorride e lo fa entrare. La porta si richiude alle loro spalle.

SCHEDA TECNICA

Boys in the Sand
(USA, 1971, 90 min.)
Regia di Wakefield Poole
Sceneggiatura di Wakefield Poole
Cast: Calvin Culver (con il nome di Casey Donovan), Peter Schneckenburger (con il nome di Peter Fisk), Danny Di Cioccio, Tommy Moore
Prodotto da Wakefield Poole e Marvin Shulman

martedì 7 gennaio 2014

Barbara Broadcast

Signore e Signori, benvenuti al “The Ballroom Olympia”, un ristorante d'alta classe in cui si glorificano le gioie del sesso senza pregiudizi e falsi moralismi.


Dopo il meritato plauso della critica ricevuto nel 1976 con “The Opening of Misty Beethoven”, Radley Metzger firma l'anno successivo un altro capolavoro della cinematografia di genere: “Barbara Broadcast”. In questo caso la trama è più semplice, pur non perdendo in raffinatezza ed ironia, due caratteri distintivi del regista statunitense. Forse l'enorme sforzo sostenuto l'anno precedente (si pensi solo al fatto di aver girato in due continenti) spinge Metzger questa volta a contenere i costi girando in un'unica location (le scene sono state quasi interamente girate all'interno del “Royal Manhattan Hotel”, oggi Milford Plaza, un prestigioso albergo newyorkese che nel corso della sua storia ha incontrato momenti di difficoltà economica; gli interni sono eleganti, come pure gli arredi e i servizi di piatti acquistati all'asta poco prima di girare). Le scenografie sono tuttavia estremamente curate, i costumi vivaci e alla moda, il make-up professionale, i dialoghi brillanti.
La colonna sonora, anche se in questo caso dovremmo parlare di Library Music, mette insieme generi assai diversi tra loro: si va dal jazz dall'andamento lento e sensuale al funky, passando per il valzer. È un altro punto di forza del film, considerato come elemento non trascurabile per l'insieme dell'opera. La macchina da presa non si sofferma più di tanto sulle parti intime degli attori e delle attrici, preferendo invece cogliere le espressioni dei volti. Insomma, ancora una volta stiamo parlando di qualcosa di profondamente diverso dagli attuali film porno. Qui c'è tutto ciò che tecnicamente occorre a un film per definirsi realmente tale: un buon regista, degli attori convincenti, una fotografia curata, un montaggio di pari livello. Provate a scorrere i titoli di coda e vedrete quante maestranze facevano parte della troupe!
Roberta, una intraprendente e ambiziosa giornalista interpretata da C. J. Laing, sta intervistando in un elegante ristorante newyorkese Barbara Broadcast (Annette Haven), una prostituta passata all'onore delle cronache dopo aver pubblicato la sua autobiografia (si noterà il riferimento velato a Xaviera Hollander). Nel corso della chiaccherata, agli altri tavoli e davanti agli occhi degli altri commensali vanno in scena situazioni a dir poco piccanti, un po' come accadeva nelle scene girate a bordo dell'aereo in “The Opening of Misty Beethoven”. In effetti, la particolarità del ristorante è quella di servire, accanto alle pietanze classiche, anche specifici atti sessuali eseguiti da o su gli stessi camerieri e le stesse cameriere. Assistiamo così a un distinto cliente (Zebedy Colt, che aveva interpretato il ruolo del servo bisessuale Griffin in “The Story of Joanna” di Gerard Damiano) che, dopo aver ordinato dal menù, si china sul ventre della cameriera (Clea Carson) distesasi nel frattempo sul tavolo ed esegue un cunnilingus. Due attempate signore si avvicinano a Barbara e le chiedono una dedica. Dopo di loro, anche due giovani uomini si avvicinano alla donna avanzando la stessa richiesta. Ma, al posto dell'autografo, uno dei due riceverà una fellatio da Barbara.


È giunto però il momento per le due donne di ordinare anche loro le portate. Roberta chiede che le venga servita una insalata condita e, dopo poco, un cameriere (Peter Andrews, soprannominato “il Cavallo” per ovvie ragioni) le porta un vassoio con la verdura. Con enorme sorpresa di Roberta, l'uomo si sbottona la patta, tira fuori il suo membro e si masturba fino a cospargere di liquido vischioso la pietanza. Nel frattempo, una cameriera ha inavvertitamente fatto cadere a terra dei piatti. Il maître (Bobby Astyr) la chiama a sé con aria stanca, la fa inginocchiare e si fa eseguire una fellatio. Altro che lettere di richiamo e licenziamenti! Joyce, una cliente afroamericana (identificata nei titoli con il nome di Shirley Peters e che era apparsa l'anno prima in “Erotic Dr. Jekyll”) si siede al tavolo di Barbara e Roberta per gustare anche lei l'inusuale insalata, ma è ben presto distratta dalle avances del bel Alan Marlow. Una avvenente ed elegante cliente (Susan McBain) esegue una fellatio a un cameriere (ancora Peter Andrews) accovacciata accanto al tavolo di Barbara e Roberta regalandoci una delle migliori scene di sesso orale d'ogni tempo. Una delle due attempate signore di cui prima fa cadere sbadatamente un vaso di fiori e, anche in questo caso, il maître la chiama a sé e le impone una fellatio. I primi venti minuti di “Barbara Broadcast” sono a dir poco pirotecnici, Metzger è in gran spolvero e riesce, come sa, a unire il sesso all'ironia. Purtroppo, da questo momento in poi, la sceneggiatura perde qualcosa in originalità, pur regalandoci ancora qualche momento di grande erotismo.


Barbara deve allontanarsi improvvisamente dal locale per recarsi nell'ufficio di un amico (Michael Gaunt), un uomo d'affari che non riesce a partecipare a un consiglio d'amministrazione senza prima averla vista. I due scherzano amabilmente prima di impegnarsi in una lunga scena di sesso (circa 12 minuti) che si conclude solo con l'ingresso in scena della segretaria.
Incuriosita da ciò che ha visto al ristorante e rimasta sola, Roberta si avvia verso le cucine. Una volta entrata, la sua attenzione è attratta da un aitante lavapiatti a torso nudo (impersonato da Wade Nichols, un attore che aveva recitato agli inizi della sua carriera in alcune pellicole pornografiche gay e che nel 1979, con lo pseudonimo di Dennis Parker, incise un album di musica disco dal titolo “Like an Eagle”. Wade Nichols si suicidò con un colpo di arma da fuoco nel 1985 dopo aver scoperto di aver contratto l'AIDS). Inzia un intrigante gioco di sguardi tra i due, poi Roberta si avvicina a una bacinella di metallo poggiata a terra, si alza la gonna e inizia a urinarvi dentro, sempre guardando voluttuosamente l'uomo. Tra i vapori della cucina, i due consumeranno un amplesso a lenta combustione che da solo varrebbe la visione del film.


Tornata nel ristorante, Roberta ha voglia di maggiore azione e non si fa ripetere due volte l'invito di Barbara a terminare la serata in discoteca. Qui giunte, la due donne incontrano Curley (Jamie Gillis), un socio d'affari di Barbara, e, in un angolo del locale, si concedono un triangolo. Una volta appagate le loro voglie, i tre scherzano tra loro. Curley ripensa al periodo in cui aveva educato una giovane prostituta parigina, Misty Beethoven. Come in un flashback, vediamo Curley che, indossando solo una camicia bianca, si accende una sigaretta direttamente da una piastra per capelli incandescente, per poi appoggiare quest'ultima su un piatto accanto a una giovane e bella donna, Constance Money. Lei è reclinata in terra, le gambe divaricate, le caviglie e i polsi incatenati rispettivamente a terra e al muro. Indossa soltanto delle mutandine, i suoi capezzoli sono stretti da morsetti. Jamie prende un paio di forbici, tagliuzza le mutandine e gliele sfila. Inizia a baciarle il sesso, lentamente. Constance inarca il corpo gemendo. Jamie le solleva le gambe e blocca le caviglie ai polsi. Continua a leccarla. Poi le slega i polsi dal muro, la fa inginocchiare sopra allo specchio nella posizione tipica dell'incaprettamento e la penetra. In realtà si tratta di una scena che avrebbe dovuto far parte di “The Opening of Misty Beethoven” ma che alla fine fu scartata in fase di montaggio.


Le due donne si salutano. Le immagini mostrano l'interno del ristorante. Due clienti si avvicinano al maître, domandano un tavolo e poi si allontanano. L'inquadratura si allarga mostrando due cameriere inginocchiate che si prendono cura con la bocca del sesso del maître. Avranno rotto anche loro qualche piatto?
Per anni il film è stato difficile vedere in versione integrale. Alcuni stati hanno ritenuto che la scena in cui C. J. Laing urina fosse eccessiva per la morale comune e così quei momenti intensi furono eliminati da numerose copie. Constance Money, invece, contestò l'uso non autorizzato della scena da lei girata e intentò una causa contro Metzger. La disputa legale si concluse a favore del regista ma, nel frattempo, la sequenza era stata tolta dalle copie in circolazione e anche dopo molti produttori si rifiutarono di reintegrarla giudicandola troppo forte.

SCHEDA TECNICA

Barbara Broadcast
(USA, 1977, 82 min.)
Regia di Radley Metzger
Sceneggiatura di Radley Metzger
Cast: Annette Haven (Barbara Broadcast), C. J. Laing (Roberta), Jamie Gillis (Curley), Constance Money (l'amica di Curley), Michael Gaunt (l'uomo d'affari), Wade Nichols (il lavapiatti), Susan McBain (una cliente), Shirley Peters (Joyce), Alan Marlow (un cliente), Bobby Astyr (il maître), Peter Andrews (un cameriere).
Prodotto da Ava Leighton (con il nome di L. Sultana)
Direttore della fotografia Chico Carter e Larry Revene