mercoledì 27 gennaio 2016

Fiona on Fire

Ieri sera mi sono recato alla Cineteca di Bologna per vedere “Fiona on Fire”, quarto titolo della rassegna dedicata al cinema porno degli anni settanta. La copia proiettata era la versione italiana del film. Sinceramente avrei preferito quella in lingua originale con sottotitoli anche perché il doppiaggio lasciava alquanto a desiderare. Sala quasi vuota, a differenza delle tre precedenti proiezioni. Finora ho visto “Devil in Miss Jones”, “The Private Afternoons of Pamela Mann” e “The Secret Dreams of Mona Q”. Sconsiglio vivamente la visione di quest'ultimo. Al di là delle velleità intellettualoidi del regista il risultato da un punto di vista estetico è scadente. Salterò “Phantasmes” di Jean Rollin e mi concentrerò invece sul gran finale che prevede sabato la proiezione di “Deep Throat”.


“Fiona on Fire” è un film del 1978 girato da Shaun Costello e da Kenneth Schwartz. Come per tutti i lavori di Costello, il sesso è sporco, violento. Non amo particolarmente questo regista anche se devo ammettere che in questo caso ha cercato quanto meno di abbozzare una narrazione plausibile. Peccato che gli attori, con l'eccezione di Jamie Gillis e di Sam Dean, non siano credibili nei loro ruoli. Non mi sorprende che Amber Hunt abbia avuto una carriera assai breve. Facendo il verso a Brian De Palma, Costello mette in scena una storia che ha al suo interno tutti quegli elementi che caratterizzano la sua personale visione del sesso: lo stupro, l'incesto, il sadomasochismo.
Un uomo e una donna stanno facendo sesso all'interno di una stanza buia. Al termine del rapporto, la donna si alza e si avvia verso la doccia. Mentre è sotto il getto dell'acqua, qualcuno in possesso delle chiavi di casa si introduce all'interno imbracciando un fucile da caccia e spara al volto della ragazza. Delle indagini viene incaricato il detective afroamericano Wilbur Davis (Sam Dean). Si scopre così che la donna si chiamava Fiona (Amber Hunt) ed era una modella. Davis procede all'interrogatorio del custode del palazzo, il signor Yanish (Simon Lupowitz) da cui però non ottiene informazioni particolarmente utili. Prima di lasciare l'appartamento l'ispettore e i suoi colleghi scoprono un taccuino con annotati alcuni nominativi. Davis decide così di rintracciarli uno per uno e di scoprire se fra di essi si nasconda l'assassino di Fiona.


Il primo sospettato è ovviamente il fidanzato, Steven Forneau (Jamie Gillis). L'ispettore lo interroga ma alla fine, convinto della sua ricostruzione dei fatti, lo lascia andare. Steven si reca a casa della sorella Camille (Marlene Willoughby). È molto scosso. La donna, che non ha mai gradito la relazione che il fratello intratteneva con la ragazza, lo tratta dapprima con durezza e poi, svelando l'incestuosità del loro rapporto, gli pratica una fellatio. Prende poi dell'eroina, prepara una dose e la inietta nelle vene del fratello. Steven è un tossicodipendente. Ritroviamo i due nella camera da letto. Camille indossa un completo da mistress e impugna una frusta. Steven è completamente nudo. Al collo porta un guinzaglio. La sorella lo umilia ripetutamente, lo costringe a leccarle il sesso e poi si fa penetrare.
Davis gira per le strade di New York. Parla con alcune prostitute. Le ammonisce. Sembra che sia alla ricerca di qualcuno. Il giorno successivo in commissariato si recano diversi mitomani che sostengono di essere i veri assassini di Fiona. I poliziotti, nel frattempo, prelevano da un supermercato in cui lavora un giovane ragazzo di nome Ronald (Victor Colicchio). Il suo nome era annotato in una pagina del taccuino di Fiona. Il ragazzo confessa di aver fatto sesso con la ragazza e di aver scoperto grazie a lei i piaceri del sesso. Davis si convince che Ronald non c'entri nulla con l'omicidio e lo congeda.


È notte e la polizia tiene d'occhio l'appartamento di Fiona. Una sagoma scura apre la porta d'ingresso e si introduce all'interno. Lo sconosciuto si fa strada con una torcia e tenta di impossessarsi di una preziosa statuina. È in quel momento che Davis, nascosto nella casa, accende le luci e sorprende così Sybil Dumont (Gloria Leonard), la manager di Fiona. La donna afferma di essere entrata nell'appartamento per riprendersi la statuina di sua proprietà. Rivela all'ispettore di essere in possesso delle chiavi di quella casa anche per via dell'intimo rapporto che la legava a Fiona. Le due donne erano dunque amanti.


Una limousine si aggira per le strade della città. Un afroamericano di nome Orville (Reggie De Morton), un magnaccia, è alle prese con una aspirante prostituta. La donna gli sta facendo una fellatio. Se riuscirà a farlo venire in fretta si guadagnerà un posto sul marciapiede e la sua protezione. La prostituta supera brillantemente la prova. Scesa la ragazza, la macchina prosegue il suo giro fino a quando si ferma davanti a Davis. L'ispettore sale a bordo. Lui e Orville sono fratelli. Anche il suo nome era contenuto contenuto all'interno del taccuino e Davis si è convinto che Fiona lavorasse per il fratello. Orville prima nega di conoscerla e poi, messo alle strette, rivela a Davis che le cose stanno in un altro modo. Era lui che lavorava per Fiona e non il contrario. La ragazza lo aveva contattato affinché lui le trovasse dei brutti ceffi in grado di simulare un'aggressione. Orville racconta al fratello l'episodio della metro. Due teppisti (John Leslie e Michael Thorpe) salgono sul vagone in cui viaggia Fiona e iniziano a importunare i presenti fino a che la ragazza rimane sola in compagnia di un'altra passeggera (Susaye London). Le loro intenzioni sono chiare. Le due donne tentano di fuggire ma solo Fiona riesce a nascondersi dietro la porta intercomunicante. L'altra ragazza viene violentata dai due teppisti sotto gli occhi apparentemente atterriti di Fiona. Finito con la ragazza i due forzano la porta e abusano anche di Fiona. Alla fine, appare Orville svelando così che si trattava di una messa in scena.


Il detective brancola nel buio. Improvvisamente, mentre sta pensando all'interno dell'appartamento di Fiona, la ragazza fa il suo ingresso. Sostiene di aver trascorso l'ultima settimana in uno chalet in montagna e di non essere a conoscenza di tutto ciò che è accaduto. Ma se Fiona è viva e vegeta chi è la ragazza assassinata? Dal racconto di Fiona e dalla successiva testimonianza di Steven Davis viene a sapere che la ragazza assassinata era la figlia di Yanish. Anche lei era tossicodipendente al pari di Steven e tra i due c'era una relazione.
Fiona è sola in casa e si sta masturbando. Nella casa irrompe Sybil armata di una pistola con l'intenzione di ucciderla ma, prima che possa farlo, viene colpita mortalmente alle spalle da Yanish con un coltellaccio. Dunque era Sybil la misteriosa assassina? Così sembrerebbe. Ritroviamo Davis a casa di Fiona. L'ispettore confessa alla ragazza di averla desiderata fin dal giorno del suo presunto omicidio. I due fanno sesso ma, alla fine, Davis le dice che deve arrestarla ugualmente giacché è lei che per gelosia ha ammazzato la figlia di Yanish. La ragazza lo insulta, lo apostrofa volgarmente ma l'ispettore, malgrado tutto, è risoluto e telefona alla centrale affinché Fiona venga portata in carcere.

SCHEDA TECNICA

Fiona on Fire (USA, 1978, 107 min.)
Regia di Kenneth Schwartz e Shaun Costello (con il nome di Warren Evans)
Sceneggiatura di Kenneth Schwartz
Cast: Amber Hunt (Fiona), Sam Dean (il detective Wilbur Davis), Jamie Gillis (Steven Forneau), Marlene Willoughby (Camille Forneau), Gloria Leonard (Sybil Dumont), Victor Colicchio (Ronald) (con il nome di Pepe Valentine), Reggie De Morton (Orville), Simon Lupowitz (Yanish), Susaye London (la ragazza violentata sul treno), John Leslie (uno dei due teppisti sul treno), Michael Thorpe (l'altro teppista) (con il nome di Alphonse Lavalle), Ursula Austin (la prostituta a bordo della limousine)
Direttore della fotografia Bill Markle
Prodotto da Kenneth Schwartz

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