martedì 7 gennaio 2014

Barbara Broadcast

Signore e Signori, benvenuti al “The Ballroom Olympia”, un ristorante d'alta classe in cui si glorificano le gioie del sesso senza pregiudizi e falsi moralismi.


Dopo il meritato plauso della critica ricevuto nel 1976 con “The Opening of Misty Beethoven”, Radley Metzger firma l'anno successivo un altro capolavoro della cinematografia di genere: “Barbara Broadcast”. In questo caso la trama è più semplice, pur non perdendo in raffinatezza ed ironia, due caratteri distintivi del regista statunitense. Forse l'enorme sforzo sostenuto l'anno precedente (si pensi solo al fatto di aver girato in due continenti) spinge Metzger questa volta a contenere i costi girando in un'unica location (le scene sono state quasi interamente girate all'interno del “Royal Manhattan Hotel”, oggi Milford Plaza, un prestigioso albergo newyorkese che nel corso della sua storia ha incontrato momenti di difficoltà economica; gli interni sono eleganti, come pure gli arredi e i servizi di piatti acquistati all'asta poco prima di girare). Le scenografie sono tuttavia estremamente curate, i costumi vivaci e alla moda, il make-up professionale, i dialoghi brillanti.
La colonna sonora, anche se in questo caso dovremmo parlare di Library Music, mette insieme generi assai diversi tra loro: si va dal jazz dall'andamento lento e sensuale al funky, passando per il valzer. È un altro punto di forza del film, considerato come elemento non trascurabile per l'insieme dell'opera. La macchina da presa non si sofferma più di tanto sulle parti intime degli attori e delle attrici, preferendo invece cogliere le espressioni dei volti. Insomma, ancora una volta stiamo parlando di qualcosa di profondamente diverso dagli attuali film porno. Qui c'è tutto ciò che tecnicamente occorre a un film per definirsi realmente tale: un buon regista, degli attori convincenti, una fotografia curata, un montaggio di pari livello. Provate a scorrere i titoli di coda e vedrete quante maestranze facevano parte della troupe!
Roberta, una intraprendente e ambiziosa giornalista interpretata da C. J. Laing, sta intervistando in un elegante ristorante newyorkese Barbara Broadcast (Annette Haven), una prostituta passata all'onore delle cronache dopo aver pubblicato la sua autobiografia (si noterà il riferimento velato a Xaviera Hollander). Nel corso della chiaccherata, agli altri tavoli e davanti agli occhi degli altri commensali vanno in scena situazioni a dir poco piccanti, un po' come accadeva nelle scene girate a bordo dell'aereo in “The Opening of Misty Beethoven”. In effetti, la particolarità del ristorante è quella di servire, accanto alle pietanze classiche, anche specifici atti sessuali eseguiti da o su gli stessi camerieri e le stesse cameriere. Assistiamo così a un distinto cliente (Zebedy Colt, che aveva interpretato il ruolo del servo bisessuale Griffin in “The Story of Joanna” di Gerard Damiano) che, dopo aver ordinato dal menù, si china sul ventre della cameriera (Clea Carson) distesasi nel frattempo sul tavolo ed esegue un cunnilingus. Due attempate signore si avvicinano a Barbara e le chiedono una dedica. Dopo di loro, anche due giovani uomini si avvicinano alla donna avanzando la stessa richiesta. Ma, al posto dell'autografo, uno dei due riceverà una fellatio da Barbara.


È giunto però il momento per le due donne di ordinare anche loro le portate. Roberta chiede che le venga servita una insalata condita e, dopo poco, un cameriere (Peter Andrews, soprannominato “il Cavallo” per ovvie ragioni) le porta un vassoio con la verdura. Con enorme sorpresa di Roberta, l'uomo si sbottona la patta, tira fuori il suo membro e si masturba fino a cospargere di liquido vischioso la pietanza. Nel frattempo, una cameriera ha inavvertitamente fatto cadere a terra dei piatti. Il maître (Bobby Astyr) la chiama a sé con aria stanca, la fa inginocchiare e si fa eseguire una fellatio. Altro che lettere di richiamo e licenziamenti! Joyce, una cliente afroamericana (identificata nei titoli con il nome di Shirley Peters e che era apparsa l'anno prima in “Erotic Dr. Jekyll”) si siede al tavolo di Barbara e Roberta per gustare anche lei l'inusuale insalata, ma è ben presto distratta dalle avances del bel Alan Marlow. Una avvenente ed elegante cliente (Susan McBain) esegue una fellatio a un cameriere (ancora Peter Andrews) accovacciata accanto al tavolo di Barbara e Roberta regalandoci una delle migliori scene di sesso orale d'ogni tempo. Una delle due attempate signore di cui prima fa cadere sbadatamente un vaso di fiori e, anche in questo caso, il maître la chiama a sé e le impone una fellatio. I primi venti minuti di “Barbara Broadcast” sono a dir poco pirotecnici, Metzger è in gran spolvero e riesce, come sa, a unire il sesso all'ironia. Purtroppo, da questo momento in poi, la sceneggiatura perde qualcosa in originalità, pur regalandoci ancora qualche momento di grande erotismo.


Barbara deve allontanarsi improvvisamente dal locale per recarsi nell'ufficio di un amico (Michael Gaunt), un uomo d'affari che non riesce a partecipare a un consiglio d'amministrazione senza prima averla vista. I due scherzano amabilmente prima di impegnarsi in una lunga scena di sesso (circa 12 minuti) che si conclude solo con l'ingresso in scena della segretaria.
Incuriosita da ciò che ha visto al ristorante e rimasta sola, Roberta si avvia verso le cucine. Una volta entrata, la sua attenzione è attratta da un aitante lavapiatti a torso nudo (impersonato da Wade Nichols, un attore che aveva recitato agli inizi della sua carriera in alcune pellicole pornografiche gay e che nel 1979, con lo pseudonimo di Dennis Parker, incise un album di musica disco dal titolo “Like an Eagle”. Wade Nichols si suicidò con un colpo di arma da fuoco nel 1985 dopo aver scoperto di aver contratto l'AIDS). Inzia un intrigante gioco di sguardi tra i due, poi Roberta si avvicina a una bacinella di metallo poggiata a terra, si alza la gonna e inizia a urinarvi dentro, sempre guardando voluttuosamente l'uomo. Tra i vapori della cucina, i due consumeranno un amplesso a lenta combustione che da solo varrebbe la visione del film.


Tornata nel ristorante, Roberta ha voglia di maggiore azione e non si fa ripetere due volte l'invito di Barbara a terminare la serata in discoteca. Qui giunte, la due donne incontrano Curley (Jamie Gillis), un socio d'affari di Barbara, e, in un angolo del locale, si concedono un triangolo. Una volta appagate le loro voglie, i tre scherzano tra loro. Curley ripensa al periodo in cui aveva educato una giovane prostituta parigina, Misty Beethoven. Come in un flashback, vediamo Curley che, indossando solo una camicia bianca, si accende una sigaretta direttamente da una piastra per capelli incandescente, per poi appoggiare quest'ultima su un piatto accanto a una giovane e bella donna, Constance Money. Lei è reclinata in terra, le gambe divaricate, le caviglie e i polsi incatenati rispettivamente a terra e al muro. Indossa soltanto delle mutandine, i suoi capezzoli sono stretti da morsetti. Jamie prende un paio di forbici, tagliuzza le mutandine e gliele sfila. Inizia a baciarle il sesso, lentamente. Constance inarca il corpo gemendo. Jamie le solleva le gambe e blocca le caviglie ai polsi. Continua a leccarla. Poi le slega i polsi dal muro, la fa inginocchiare sopra allo specchio nella posizione tipica dell'incaprettamento e la penetra. In realtà si tratta di una scena che avrebbe dovuto far parte di “The Opening of Misty Beethoven” ma che alla fine fu scartata in fase di montaggio.


Le due donne si salutano. Le immagini mostrano l'interno del ristorante. Due clienti si avvicinano al maître, domandano un tavolo e poi si allontanano. L'inquadratura si allarga mostrando due cameriere inginocchiate che si prendono cura con la bocca del sesso del maître. Avranno rotto anche loro qualche piatto?
Per anni il film è stato difficile vedere in versione integrale. Alcuni stati hanno ritenuto che la scena in cui C. J. Laing urina fosse eccessiva per la morale comune e così quei momenti intensi furono eliminati da numerose copie. Constance Money, invece, contestò l'uso non autorizzato della scena da lei girata e intentò una causa contro Metzger. La disputa legale si concluse a favore del regista ma, nel frattempo, la sequenza era stata tolta dalle copie in circolazione e anche dopo molti produttori si rifiutarono di reintegrarla giudicandola troppo forte.

SCHEDA TECNICA

Barbara Broadcast
(USA, 1977, 82 min.)
Regia di Radley Metzger
Sceneggiatura di Radley Metzger
Cast: Annette Haven (Barbara Broadcast), C. J. Laing (Roberta), Jamie Gillis (Curley), Constance Money (l'amica di Curley), Michael Gaunt (l'uomo d'affari), Wade Nichols (il lavapiatti), Susan McBain (una cliente), Shirley Peters (Joyce), Alan Marlow (un cliente), Bobby Astyr (il maître), Peter Andrews (un cameriere).
Prodotto da Ava Leighton (con il nome di L. Sultana)
Direttore della fotografia Chico Carter e Larry Revene

6 commenti:

  1. E via con un altro film in playlist :D

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  2. Spero ti piacerà una volta che l'avrai visto. Per la prossima recensione sono indeciso: "Pussy Talk" o "Les soirées d'un couple voyeur"? Entrambi i titoli sono stuzzicanti...

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  3. Decisamente bello. Non divertente quanto gola profonda, ma comunque decisamente sopra il livello della maggior parte dei porno in giro... e comunque anni luce avanti alle produzioni attuali. Molto meno esplicito e molto più erotico. 4 stelle e mezzo per il voto del pubblico. :)

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  4. Concordo pienamente con la tua critica Sir. A costo di ripetermi, Metzger è stato un vero e proprio maestro dell'erotismo per quanto i suoi film appartengano pienamente al genere pornografico (che poi anche su tale aggettivo ci sarebbe da disquisire non poco). Forse era una questione di budget, di professionalità da parte degli attori e delle attrici, delle maestranze impegnate che rende i titoli della "Golden Age" ancor oggi superiori a qualsiasi produzione successiva, ma credo che c'entri molto di più il clima culturale che si respirava in quegli anni. Quando scriverò le recensioni di altri capolavori di Metzger (mi riferisco in particolare a "The Private Afternoons of Pamela Mann", "The Image" e "Maraschino Cherry") avrai modo, nel caso tu non li abbia ancora visti, di deliziarti ancor più...

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  5. Magistrale l'attore che fa il Maitre! Quella faccia da scazzo varrebbe un premio Oscar, e non un oscar del porno, un oscar vero!
    Ho amato le attrici: vere, nel corpo nel trucco e credibili nel loro piacere. eleganti. Davvero davvero bello! un sesso pulito, più simile alla realtà ( o almeno alla nostra) rispetto alle produzioni più recenti.
    Stupendo l'aver ripreso più volte i volti degli attori durante il loro orgasmo: solo per quello vale la pena bagnarsi. Stelle? tante, ma devo vedere altro, se no gli dò il massimo.

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  6. Hai colto nel segno Lady, Bobby Astyr è davvero eccezionale in quella parte. E poi niente tette al silicone, piselli duri già prima del ciak e tanta tanta peluria in giro (eh sì, è esistito un tempo in cui la tricotomia non era di moda). Le inquadrature dei volti aggiungono più che tolgono. No, non ti sbilanciare con le stelle, "The Image", per quanto diverso nella struttura, è a mio avviso di gran lunga superiore stilisticamente parlando.

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