martedì 21 gennaio 2014

Boys in the Sand

Se il 1968 fu l'anno in cui la televisione americana mostrò per la prima volta al pubblico la scena di un bacio interrazziale (accadde in un episodio della serie televisiva “Star Trek”), il 1971 fu invece quello in cui una pellicola esibì scene di sesso interrazziale tra due uomini. Il film in questione si intitolava “Boys in the Sand”, un lungometraggio dalla trama esile ma al tempo stesso estremamente delicato nel rappresentare esplicitamente l'amore tra individui appartenenti allo stesso genere.


Girato da Wakefield Poole, un ballerino e coreografo originario della Florida, “Boys in the Sand” fu il primo film gay a raggiungere il successo al botteghino. Realizzato nell'arco di tre settimane con un budget di 8.000 dollari e accompagnato da una abile campagna promozionale e da positive recensioni sul “New York Times” e “Variety”, il film è una raccolta di tre segmenti che descrivono le avventure sessuali di Casey Donovan (un ragazzone vagamente somigliante a Robert Redford) sulla spiaggia newyorkese di Fire Island, luogo notoriamente frequentato dalla comunità gay. L'evidente mancanza di una sceneggiatura lineare è dovuta al fatto che inizialmente Poole non aveva una idea ben chiara di ciò che volesse realizzare; solo dopo aver girato il primo segmento nel corso di un breve soggiorno sull'isola, confortato dal risultato, si risolse a realizzare i successivi. L'approccio alla macchina da presa è un po' pioneristico, ma qua e là è possibile apprezzare uno stile di regia che deve molto, a mio avviso, ad Andy Warhol, Jean Cocteau e alle avanguardie artistiche dell'epoca. A parte un commento fuori campo non ci sono dialoghi. Il che aggiunge più che togliere.


Il titolo è un riferimento a “The Boys in the Band” (meglio noto in Italia con il nome di “Festa per il compleanno del caro amico Harold”, il primo film in assoluto a trattare il tema dell'omosessualità). La pellicola incassò 25.000 dollari nella sola prima settimana di programmazione e ben 140.000 nei sei mesi successivi nei cinema di tutto il mondo. Dopo averlo girato, Poole dichiarò che aveva voluto realizzare un film in cui gli omosessuali potessero orgogliosamente rispecchiarsi, senza sensi di colpa. Non mancano in effetti velati riferimenti alle lotte portate avanti in quegli anni dal movimento di liberazione omosessuale americano.


Bayside: nel primo segmento il barbuto Peter Fisk (nella vita reale il compagno di Poole) passeggia lungo i sentieri cespugliosi dell'isola. Raggiunge una spiaggia. Si spoglia e inizia a prendere il sole sdraiato su una coperta. Improvvisamente, dall'acqua emerge la nuda figura di Casey Donovan. Questi si dirige correndo verso Fisk il quale, una volta trovatoselo davanti, nella sua statuaria bellezza, gli pratica una fellatio. Poi Donovan conduce l'amante tra le frasche, lega un cinturino borchiato alla base del pene di Fisk e ricambia quanto prima ricevuto. I due continuano per un po' a cimentarsi con il sesso orale prima di abbandonarsi alla penetrazione. Ora Fisk si toglie il cinturino, lo lega al polso di Donovan e si allontana correndo. Donovan lo vede allontanarsi tra le acque, poi ne raccoglie i vestiti abbandonati sulla sabbia, li indossa (come volesse assumere l'identità dello sconosciuto) e si incammina lungo la spiaggia.


Poolside: nel secondo episodio Donovan sta leggendo un giornale sul molo (il titolo in prima pagina sembra far riferimento ai riots che in quel periodo opponevano la polizia ai manifestanti gay in lotta). Egli torna a casa, si spoglia e si siede a bordo piscina continuando a leggere il giornale. La sua attenzione è attratta da un annuncio. Decide di rispondere anche se non è chiaro a chi. Dopo aver redatto la lettera, si riveste ed esce per andare a imbucarla. Dopo alcuni giorni (lo capiamo grazie a una inquadratura che mostra i fogli di un calendario deteriorarsi rapidamente in terra), Donovan riceve un pacchetto. All'interno trova una tavoletta. La esamina con attenzione e poi la getta nella piscina. L'acqua inizia a ribollire e dal fondo emerge il moro Danny Di Cioccio. I due iniziano a masturbarsi reciprocamente, poi si accoppiano ripetutamente. La scena si conclude con i due uomini che prima scherzano in acqua e poi si allontanano mano nella mano lungo una passerella che porta al molo. Peter Fisk, che stringe tra le mani una copia del giornale che Donovan stava leggendo all'inizio del segmento, li osserva e poi si allontana.


Inside: nel terzo ed ultimo segmento Donovan si sta facendo pigramente la doccia. All'esterno della casa si aggira un operaio afroamericano dell'azienda telefonica intento evidentemente a riparare un guasto. Donovan lo osserva dalla finestra. Anche l'operaio lo vede. Il resto del segmento non è altro che la fantasia di Donovan di fare sesso con lo sconosciuto utilizzando un enorme dildo nero. La scena finale ci mostra Donovan che, destatosi dal suo sogno ad occhi aperti, scende le scale interne dell'abitazione e trova l'oggetto del suo desiderio piantato davanti alla porta d'ingresso. Donovan lo guarda maliziosamente, sorride e lo fa entrare. La porta si richiude alle loro spalle.

SCHEDA TECNICA

Boys in the Sand
(USA, 1971, 90 min.)
Regia di Wakefield Poole
Sceneggiatura di Wakefield Poole
Cast: Calvin Culver (con il nome di Casey Donovan), Peter Schneckenburger (con il nome di Peter Fisk), Danny Di Cioccio, Tommy Moore
Prodotto da Wakefield Poole e Marvin Shulman

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