mercoledì 29 gennaio 2014

Sexcapades

“Sexcapades” è uno dei primi titoli che negli anni ottanta segna il nuovo corso pornografico di Ronald Sullivan (che da quel momento in poi utilizzarà lo pseudonimo di Henri Pachard). Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta Sullivan aveva diretto una serie di film sul genere sexploitation. “Babylon Pink” fu l'esordio nell campo dell'hard, cui faranno seguito altri cinque o sei titoli (tra cui il sequel di “The Devil in Miss Jones” e “Mascara”) prima di giungere a girare nel 1983 il film che mi accingo oggi a recensire. “Sexcapades” è, a suo modo, un film intelligente, che getta uno sguardo critico sul mondo del cinema hard e indaga su un sentimento raramente da questo rappresentato, ovvero la gelosia. Ma “Sexcapades” ha l'indubbio merito di trattare questi temi con ironia e leggerezza. La sceneggiatura è ben scritta, la macchina da presa è usata con maestria professionale e gli attori e le attrici sono credibili nelle loro parti (su tutti sottolineo Sharon Mitchell). Purtroppo, come spesso accade per i film della “Golden Age of Porn”, non esiste una versione doppiata in italiano (o almeno non che io sappia). È ciò si rivela essere un gap perché i dialoghi sono in questo caso un elemento centrale del film, al pari delle scene di sesso. Non essendo un gran conoscitore della lingua inglese, ammetto di aver dovuto attingere ad altre recensioni sul web per ricostruire alcuni dialoghi che di primo acchito non ero riuscito a comprendere appieno. Fatta questa ammissione, passo ora alla trama.


Il film si apre con Yvonne (Joanna Storm) e Billy (Alan Adrian) che si stanno sottoponendo a un provino nell'ufficio del produttore Lorraine Loveborn (Lee Carroll) e del regista e suo ex-marito Harry Crocker (Eric Edwards). La coppia di aspiranti attori cerca di mostrare le proprie capacità interpretative ma il risultato è a dir poco comico. Yvonne prima esegue una fellatio (“Vedete come tengo stretta la base del suo cazzo? Rimarrà duro per tutto il tempo che voglio…” commenta), poi si mette a cavalcioni dell'uomo (non prima però di aver posizionato sotto le ginocchia dei calzini per evitare di arrossarsele), infine costringe il partner stremato a ritardare l'orgasmo pur di poter mostrare altre posizioni. Il tutto tra telefoni che squillano, segretarie che entrano ed escono dall'ufficio scavalcando i due e sotto lo sguardo perplesso dei due esaminatori.


Lorraine e Harry sono in macchina per le strade di New York. Apprendiamo dal loro dialogo che il regista si era ritirato sette anni prima dall'industria del porno per rifarsi una “verginità” nel campo dei documentari in presa diretta. Ma le cose non sono andate come egli sperava e, a parte qualche riconoscimento ottenuto, le sue finanze non gli consentono di proseguire oltre. Ha dunque accettato l'offerta di Lorraine di girare un ultimo porno in cambio di un bel po' di soldi.
È sera e Harry è a casa in compagnia della moglie Miriam. I due discutono. La donna non è d'accordo con la scelta di Harry, soprattutto dopo che questi le comunica che il film sarà girato nella loro casa. Una volta sotto le lenzuola, Harry tenta un approccio sessuale con la moglie che si dimostra alquanto pudica.
Harry: Forza, apri le gambe!
Miriam: Perché?
Harry: Perché ho il cazzo duro e gonfio.
Miriam: Non parlare così!
Harry: Così come?
Miriam: Con questo linguaggio sconcio.
Harry: (canzonandola) La mia virilità, fieramente eretta, desidera immergersi nei suoi celestiali segreti… Il mio galletto è pronto a fare chicchirichi… Il mio soldato è in piedi sull'attenti con il desiderio di…
Miriam: di…?
Harry: …succhiarti la figa!
Miriam: Zitto, che svegli la cameriera!
Ad un certo punto Miriam chiede al marito: “Non possiamo fare l'amore?” e lui, di rimando: “”Ti amo, ora scopami!”. Ma quando l'uomo prova a inserirle un dito nell'ano la donna si ritrae. Dopo un po' Harry tira fuori il suo membro dal sesso della moglie e le viene sulle natiche. “Perché l'hai tolto?” domanda Miriam. “Non lo so…” risponde Harry. I loro desideri evidentemente non coincidono più, ciò che da questo momento in poi seguirà non farà altro che allontanarli sempre di più.
La mattina successiva Miriam propone a Harry di utilizzare uno pseudonimo per firmare il film. “Sono un regista! Non posso usare un nome diverso!”, risponde Harry. “Ma si tratta di un porno, di un film in fondo…”, ribatte Miriam.
Bridget (Sharon Kane) si presenta a casa Crocker per un provino. Ad aprirle la porta è la cameriera Mi Ting (Mai Lin) che, sorpresa, apprende che la ragazza è lì per il posto di cameriera. Si tratta evidentemente di un equivoco e Bridget rassicura Mi Ting che si tratta soltanto di un ruolo cinematografico. Una volta al cospetto di Harry, Bridget snocciola il suo curriculum: “Ho girato alcuni loop a San Francisoo… Ho succhiato il cazzo di Johnny…”. Ma Harry la interrompe, non è interessato all'esperienza passata della ragazza né tantomeno alla sua offerta di fargli una fellatio in bagno. Pretende solo che lei legga il copione relativamente alle parti che la riguardano. Ma Bridget pecca nella recitazione e alla fine Harry decide di non scritturarla.


È giunto finalmente il giorno dell'inizio delle riprese. Il set viene allestito mentre Harry (che occorre leggere come alter ego di Henri Pachard) si trova subito posto di fronte a un problema: il copione prevede una scena di sesso tra Byron (Michael Bruce) e la sua cameriera Felicia (Ashley Wells) ma i due attori si dimostrano goffi e dimenticano addirittura le battute.
Byron: (gridando) Oui! Oui!
Felicia: Ma non sei ancora entrato dentro!
Harry fa notare che “nessun uomo si sognerebbe di scopare la propria cameriera in bagno quando questa è intenta a pulire le piastrelle”.
Ad un certo punto si ode una voce fuori campo: “Harry, guarda i lividi sul culo di Felicia! Trucco, dov'è il trucco?” (per inciso il ruolo della truccatrice è interpretato dalla mitica Candida Royalle).
Alla fine Byron tira fuori il suo membro e viene sulle natiche dell'attrice. Harry si accascia sul divano e, rivolgendosi a Lorraine, commenta: “L'ha tirato fuori e le è venuto sul culo! Ma chi lo farebbe? Questo non accade nella realtà!” (che poi è ciò che aveva fatto con la moglie la sera prima…). Alle riprese ha assistito una sempre più interessata Mi Ting.
Bridget si reca nell'ufficio di Lorraine per lamentarsi di non essere stata scelta per il ruolo della cameriera. Ad un certo punto il produttore tira fuori da un cassetto della scrivania uno strap-on e lo porge a Bridget chiedendole: “Come ci si sente con un cazzo?”. Imponendo alla ragazza il ruolo del maschio, Lorraine intende evidentemente spiegarle come dovrebbe muoversi sul set ma, in realtà, la donna coglie anche l'occasione per dare sfogo alle sue fantasie di sottomissione.
“Capisci cosa vede un uomo quando una donna gli succhia il cazzo?”, domanda Lorraine dopo aver eseguito una fellatio sul membro di gomma che indossa Bridget.
“Afferralo e fatti una sega, come un uomo”, continua Lorraine prima di ordinare a Bridget di prenderla da dietro. La scena è altamente erotica per quanto rivelatrice di un disturbo della personalità che Lorraine evidentemente vive. Alla fine del rapporto una Bridget molto più consapevole di sé e delle proprie capacità amatoriali commenta: “È stato incredibile, eccitante. Non l'avrei mai immaginato…”
Bridget ha ottenuto finalmente l'agognata parte e la ritroviamo sul set intenta a recitare attorniata dalla troupe. La scena è commentata fuoricampo da una rauca voce femminile. Ad un certo punto compare Miriam che, rivolgendosi al marito, sibila: “Harry, puoi dire loro di non scopare sulla poltrona? L'ho appena pulita”.
La mattina dopo i due discutono nuovamente.
Miriam: Non ne posso più… sai una cosa Harry, mi fai schifo…
Harry: Vaffanculo!
Miriam: Che cosa hai detto?
Harry: Ma insomma, che dovrei fare? Ammettere che sono un miserabile, che mi fa schifo il lavoro che faccio? Beh, lascia che ti dica una cosa Miriam: sarà un film fantastico.
Miriam: ma è solo un film del cazzo, un porno di merda.
Harry: Solo questo ci vedi? Non pensi che possa cambiare le pesone, eccitarle? Non c'è nulla di sbagliato in tutto ciò e potrebbe rivelarsi per te di un'esperienza nuova…
Miriam: Cosa stai cercando di dirmi? Che sono frigida?
Harry: diciamo che non sei esattamente quella che si potrebbe definire una donna orgasmica…
Miriam: (andandosene) Vaffanculo!


Maryanne (Tiffany Clark) si lamenta per i costumi e chiede a Harry di incontrare prima il proprio partner. Ma il regista non vuole: “Tesoro, devo tenerti lontana da lui… nella storia i due personaggi non si incontrano fino al momento in cui fanno l'amore”.
Alex, il partner di Maryanne (George Payne) fa la sua comparsa in scena. Indossa un accappatoio blu, quello di Harry. “L'ho trovato in bagno…” si giustifica.
I due attori si distendono sul letto e iniziano a fare sesso con passione. Harry è vicino a loro, suggerisce posizioni e mimica facciale. Ad un certo punto Maryanne avvolge le braccia intorno al collo di Harry e lo bacia. Alla scena assiste una sempre più infuriata Miriam. Harry la guarda e sogghigna.
Il giorno dopo Miriam si rivolge al marito con queste parole: “Tu non stai facendo questo film per soldi”, poi esce di casa per andare a fare compere. Harry, ancora in pigiama, sale al piano di sopra. Nota Mi Ting in bagno, inginocchiata in terra per pulire le piastrelle. Entra, accarezza il volto della ragazza e poi la invita a succhiargli il membro. Mi Ting esegue docilmente. Poi la solleva e la adagia sul lavandino. La penetra. Per tutta la scena i due rimangono vestiti. Poi nuovamente si fa succhiare il membro. Proprio in quel momento Miriam, rientrata prima del previsto in casa, li scopre in quella compromettente situazione.


Mi Ting scappa di casa mentre Miriam e Harry litigano. La donna urla che non finirà mai di girare il film, di sicuro non in quella casa prima di intimargli di andarsene per sempre. Harry, dopo aver gironzolato con una valigia per le strade di New York (ad un certo punto passa accanto a un cinema in cui proiettano tre film pornografici, “Morning Touch”, interpretato da Sharon Mitchell, “Hot Babes” e “Bad Little Girl”) si reca a casa della ex-moglie Lorraine. I due si distendono sul divano e Harry racconta alla donna quanto è accaduto. Ad un certo punto appare Mi Ting non più vestita da cameriera ma con indosso un tipico vestitino orientale di seta rossa. Offre ai due da bere, poi insieme a Lorraine inizia a fare sesso con Harry. Ma si tratta soltanto di una fantasia dell'uomo che, ridestatosi, osserva con interesse le due donne prima di abbandonarsi insieme a loro e senza più inibizioni di sorta ai piaceri della carne.

SCHEDA TECNICA

Sexcapades
(USA, 1983, 85 min.)
Regia di Henri Pachard
Sceneggiatura di R. Allen Leider e Henri Pachard
Cast: Sharon Mitchell (Miriam), Eric Edwards (Harry), Lee Carroll (Lorraine), Mai Lin (Mi Ting), Sharon Kane (Bridget), Tiffany Clark (Maryanne), Joanna Storm (Yvonne), Ashley Welles (Felicia), Alan Adrian (Billy), Michael Bruce (Byron), George Payne (Alex), Candida Royalle (la truccatrice), Henri Pachard (un imbroglione di strada).
Prodotto da David Stone
Direttore della fotografia Ron Dorfman (con il nome di Art Ben)

4 commenti:

  1. l altra sera su Sky Arte hanno dato un documentario sul torbido dietro le quinti di "GolaProfonda" sul coinvolgimento della mafia italoamericana e su l’attore Harry Reems, capro espiatorio della crociata contro l’immoralità delle pellicole a luci rosse e mi sei venuto in mente :) Cmq bel documentario.

    Riguardo a questo post, molte volte mi sono chiesto infatti come mai in molti film a luci rosse, etero -gay o lesbo che siano nn si toccano mai alcuni argomenti.

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  2. Ti riferisci certamente a "Inside Deep Throat". Anche io l'ho trovato molto interessante. Riguardo agli argomenti che sollevi c'è da dire che anche i film porno riflettono il livello culturale dell'epoca in cui vengono realizzati. Per questo motivo le pellicole degli anni settanta, non tutte certamente, sono ancora oggi a mio avviso radicalmente diverse da quelle di oggi. Ma so di esprimere un parere minoritario il che, invece di affliggermi, mi lusinga.

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  3. è una rarità scoprire tale argomento al quale viene dato adito un lato culturale. Pasolini 40 anni fa affermò che la società di consumi era (ed è) di fatto un genocidio. La cultura cosiddetta di massa incluse la pornografia

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  4. Lungi da me l'idea di attribuire una importanza culturale alla pornografia. Se hai letto il post iniziale l'intento di questo blog è quello di parlare, attraverso i film della Golden Age di un contesto sociale, mi riferisco agli anni settanta, in cui molti valori e convenzioni venivano rimessi in discussione. Può darsi che io non riesca appieno nell'impresa, e sarei il primo a dolermene, ma il senso rimane quello. Quanto a Pasolini, di cui comunque condivido buona parte delle analisi, sei proprio sicura che non abbia frequentato anche lui qualche cinema a luci rosse, fosse anche per incontrare qualche ragazzotto? E poi parlare di pornografia è facile, non è forse pornografico anche l'atto dell'operaio che per denaro concede una parte del proprio corpo a un padrone? Se vogliamo criticare questa società dovremmo farlo in maniera radicale, come sosteneva Debord più che Pasolini, altrimenti le mezze verità risultano alla fine essere solo ciò che realmente sono, delle menzogne.

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